di Alice Corte (redazione di Confronti)
In almeno 40 paesi del mondo l’8 marzo le donne sciopereranno contro la violenza e per la riaffermazione dei propri diritti.
Donne
Il contrasto alle Mutilazioni genitali femminili: una sfida che parte dall’educazione
di Alice Corte
200 milioni circa. Sono le donne che hanno subito una mutilazione genitale in tutto il mondo, pratiche quasi sempre volte a privarle del piacere sessuale e che comportano notevoli rischi sul piano della salute, anche nel quotidiano. E proprio oggi, 30 gennaio 2017, inizia a Roma la conferenza “BanFGM”,
di Giancarla Codrignani – tratto da “Noi Donne” di dicembre 2016
Come spiegato dalla direttrice di “Noi Donne” Tiziana Bartolini, il numero di dicembre è stato l’ultimo “cartaceo”. Da quest’anno la storica rivista prosegue solo sul web. Vi proponiamo l’intervento di Giancarla Codrignani.
di Gianna Urizio (giornalista, già presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia, impegnata al Centro antiviolenza “Donna LISA” di Roma)
Il 26 novembre hanno sfilato a Roma centinaia di migliaia di donne e uomini contro la violenza esercitata sulle donne, ma i media quasi non ne hanno parlato.
di Luigi Sandri
Sta facendo molto discutere l’annuncio di papa Francesco della costituzione di una commissione che studi la questione del diaconato femminile. Due pareri a confronto. Querido Francisco, la proposta che hai fatto, il 12 maggio, incontrando ottocento suore della Unione delle superiori generali, provenienti da tutto il mondo, e cioè di istituire una commissione per studiare la questione del diaconato femminile permanente, ha provocato quasi ovunque grande eco. Partiamo, intanto, dalla composizione della commissione: chi ne farà parte? Donne e uomini, immagino; ma scelte e scelti come? Tra chi si è già pubblicamente espresso/a a favore delle tesi più liberal sui ministeri femminili, o tra chi si è espresso/a contro? Ipotizziamo poi che il gruppo, dopo un certo tempo – un anno? due? tre? – infine si limitasse a consegnarti due contrapposti punti di vista (uno liberal e uno a favore di soli cambiamenti di facciata). Stallo completo! Al contrario, se poi arrivasse a proporti ipotesi che scuotono alla radice l’impianto patriarcale e maschilista della Chiesa romana, puoi star certo che i cardinali Leon, Carli, McTimothy, Camilli, Angeli, Von Joachim, e centinaia di vescovi, si ergerebbero per contestare quel responso, negandogli ogni autorità/autorevolezza.
di Brunetto Salvarani (teologo, saggista, direttore di Qol)
Lo scorso 12 maggio, parlando all’Unione Internazionale delle Superiore Generali, a una domanda sulla creazione di figure diaconali al femminile, papa Francesco ha risposto di voler costituire una commissione che studi la questione. Tanto è bastato per rilanciare non solo l’idea di ordinare delle donne in una Chiesa che, com’è noto, non le ammette a divenire presbitere, ma anche per rilanciare un dibattito sul loro ruolo complessivo: lo stesso Bergoglio, nell’occasione, ha ammesso che in ambito ecclesiale «è molto debole l’inserimento delle donne nei processi decisionali».
L’intervento è passato nell’opinione pubblica per il tema donne e diaconato: il che, ha evidenziato la presidentessa del Coordinamento teologhe italiane, Cristina Simonelli, mostra che i tanti rifiuti a discutere l’argomento nel mezzo secolo che ci separa dal Vaticano II non sono per nulla condivisi nella comunità ecclesiale. Non solo dalle donne, consacrate o no, ma anche da molti uomini.
di Amelia Vescovi
Ospiti internazionali al convegno «Le donne, un filo che unisce mondi e culture diverse», organizzato a Roma dall’Associazione Telefono Rosa, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Tra i partecipanti, Ozlem Tanrikulu, componente della Commissione degli Affari Esteri del Knk (Congresso nazionale del Kurdistan) e presidente dell’Ufficio di informazione sul Kurdistan in Italia, che ha parlato al pubblico di studenti delle scuole superiori del sistema di auto-organizzazione delle donne curde nella regione di Rojava, divisa nei cantoni di Kobane, Efrin e Cizre, dove si sono create unità di difesa in cui uomini e donne vivono e combattono in un regime di democrazia pura, oltre ogni forma di patriarcato o matriarcato.
Qui sono nate le Accademie delle donne, dove si è insegnanti ed allieve allo stesso tempo, con l’obiettivo comune di rintracciare la propria identità e i propri bisogni. E qui sono state aperte le Case delle donne, per la prevenzione della violenza di genere, fisica, economica, psicologica. Insieme agli uomini, le donne di Rojava hanno aiutato i civili a fuggire in sicurezza durante gli attacchi ai centri abitati, ed hanno allestito campi per i profughi su modello della loro comunità.
di Elio Rindone
In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si terrà presso il teatro Antigone di via Vespucci 42 (Testaccio) un incontro sull’omonima tragedia di Sofocle, a cura delle Biblioteche di Roma, l’Ambasciata di Grecia, il Municipio I Roma Centro.
La vicenda di Antigone, una giovane donna su cui si abbatte la violenza del potere maschile, può essere considerata paradigmatica della condizione di subordinazione di tante donne che anche oggi, sia all’interno della famiglia che nel più vasto ambito della società, soggiacciono all’arbitrio degli uomini. I vari interventi previsti nel programma della manifestazione affronteranno le diverse sfaccettature della tragedia, le cui tematiche, che non si esauriscono certo nel contrasto uomo-donna, sono estremamente attuali: limiti del potere, forza vincolante della legge umana, suo rapporto con quella divina.
di Adam Smulevich (tratto da Moked, il portale dell’ebraismo italiano)
La relazione è prima di tutto esperienza concreta. Fatta di saluti, incontri, difficoltà da superare assieme. Questo lo spirito con cui donne di diverse estrazioni culturali e religiose si sono riunite ieri (3 settembre) presso la comunità islamica di Firenze per una riflessione, informale e a più voci, sul tema. Un evento tra i più carichi di significato nel percorso che porterà all’avvio delle celebrazioni per la Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica. “Era importante esserci, anche alla luce del luogo particolare in cui ci troviamo. Un’esperienza da non mancare” sottolinea la presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli, il cui intervento si è focalizzato sull’esigenza di superare le barriere e rafforzare i linguaggi e i codici comuni.
“Pensando a questo incontro – le sue parole – ci siamo chieste se siamo ponti all’interno della nostra Comunità. È una sfida, ma è anche una necessità. Questo percorso è una necessità. Se aderenti a se stesse, centrate, noi donne siamo anche capaci di usare consapevolmente e interpretare il linguaggio maschile, oltre al nostro simbolico linguaggio femminile. Le donne sono bilingui. Dobbiamo esserne coscienti”. Viva cordialità ha segnato il confronto tra esperienze di vita differenti. A fare gli onori di casa Sanaa’a, esponente del direttivo islamico locale che molto si è spesa in questi anni nel dialogo con il mondo ebraico. “Salutiamoci, sorridiamoci, chiediamoci chi siamo, ascoltiamo i bisogni dell’altro, cerchiamo di essere presenti”. Questa, per Sanaa’a, la strada verso una più piena e reciproca comprensione.