di Paolo Ferrero – La disoccupazione è il principale problema dell’Italia. Milioni di disoccupati, di precari e sottoccupati, di persone che hanno smesso di cercare lavoro. Poco meno di dieci milioni di persone non riescono ad avere un lavoro, non dico soddisfacente, ma semplicemente che gli permetta di vivere decentemente. Il governo dice che per uscire da questa situazione occorre abbassare le tasse sul lavoro, in modo da rendere più competitive le imprese e quindi aumentare l’occupazione. La cosa che non dice il governo è che la bilancia dei pagamenti è in attivo e cioè che l’Italia esporta più merci di quante ne importi. Questo significa che l’industria italiana riesce a stare decentemente sul mercato mondiale e che il problema non viene principalmente da lì.
economia
di Giulio Marcon – La manovra economica di Letta non aiuta l’economia, sempre più in crisi, e non va incontro alle esigenze della parte più sofferente del paese. Non è equa, non crea lavoro, non prevede un piano di risorse per il welfare ed è in linea con l’agenda europea dell’austerità che in questi anni ha già dimostrato di non funzionare. Per ridurre il debito – non avendo il coraggio di tagliare le spese militari e quelle delle grandi opere, delle auto blu, delle consulenze – la ricetta è nota e pericolosa: dismissioni e privatizzazioni del patrimonio pubblico, tagli alla pubblica amministrazione, riduzione (nella forma della razionalizzazione delle spese) dello Stato sociale.
Già presidente di Lunaria e portavoce della campagna «Sbilanciamoci!», lo scorso febbraio Marcon è stato eletto alla Camera dei deputati nelle liste di Sinistra ecologia e libertà.
«Le origini di questa crisi sono legate a quello che è successo nel 2008 (mutui subprime, derivati e processo di finanziarizzazione dell’economia a livelli sempre più insostenibili), ma le cause vanno ricercate anche più indietro, nella costruzione dell’economia basata essenzialmente sul debito. Se poi si va a parlare con quei pochi industriali rimasti in Italia che ancora riescono a gestire delle piccole, medie o anche grandi aziende, ci rispondono tutti la stessa cosa: il problema è l’euro».
Nostra intervista a Loretta Napoleoni, esperta di terrorismo ed economia, consulente del think tank «Fundación Ideas» e socia di Oxfam Italia. Ha insegnato etica degli affari alla Judge Business School di Cambridge e conduce seminari in diverse università internazionali. Il suo ultimo libro si intitola «Democrazia vendesi» (Rizzoli, 2013).
Una grande mobilitazione che ha coinvolto oltre cento organizzazioni che operano nel sociale per chiedere al governo una svolta nelle politiche di…
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