di Michele Lipori. Redazione Confronti Dal risultato elettorale si evince che, nonostante la vittoria di Biden alla corsa per la Casa Bianca,…
elezioni
Bielorussia. Il Paese si è svegliato e, forse, non si addormenterà più
di Luigi Sandri. Redazione Confronti Le attuali e turbolente vicende della Bielorussia (=Russia bianca), così come quelle del passato, si comprendono se…
di Enzo Nucci. Corrispondente della Rai per l’Africa subsahariana. Abiy Ahmed è il giovane Primo ministro etiope che ama dare di sé…
di Angelo Turco. Geografo africanista, Professore emerito all’Università IULM, già Presidente di Fondazione Università IULM. Un pugno di colonnelli ha preso il…
Le ultime votazioni in Burundi segnano la fine di 15 anni di potere autoritario del presidente uscente Pierre Nkurunziza. L’ex premier, comunque, continuerà a pesare sulle scelte politiche in uno dei Paesi africani più poveri, ancora alle prese con gli strascichi di una sanguinosa guerra civile.
Già posticipata al 14 novembre, la pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali afghane è stata rimandata a cause delle proteste di alcuni candidati come il primo ministro Abdullah Abdullah, antagonista del presidente Ashraf Ghani per la poltrona dell’Arg, il palazzo presidenziale di Kabul. Ma l’Afghanistan può davvero cambiare?
È andata bene, benone oltre ogni speranza per il sindaco dei 18 giorni Ekrem Imamoğlu. Quanto gli era stato tolto da un Consiglio elettorale supremo molto compiacente ai voleri del “Sultano” glielo restituisce l’odierno voto popolare, con un cospicuo conforto.
Lo scorso 8 maggio la popolazione del Sudafrica è stata chiamata alle urne per scegliere i nuovi membri dell’Assemblea nazionale, delle assemblee provinciali e un nuovo presidente. I risultati hanno visto vincente African national congress, il partito di Nelson Mandela che è al governo ininterrottamente dal 1994, anno della caduta del regime dell’apartheid. Ciononostante, non si tratta di una vittoria su tutta la linea.
Le enormi ricchezze presenti nella Repubblica Democratica del Congo la condannano a essere il bottino di guerra che si spartiscono gli eserciti dei Paesi confinanti e bande paramilitari. Le ultime elezioni, il cui svolgimento desta molte perplessità, hanno visto un passaggio di testimone di padre in figlio, rivelando quanto fragili siano i processi democratici.
di Enrico Campofreda (giornalista, esperto di questioni mediorientali) La forza dell’Erdoğan che impone se stesso alla storia e alla Turchia sta in…