di Vincenzo Vita (per Articolo 21)
La scomparsa di Ettore Scola è come un pugno in faccia. Non è stato solo un intellettuale straordinario, un militante tenacissimo della battaglia culturale, una personalità di valore internazionale. Scola ha impersonificato pressoché tutti i passaggi che hanno segnato la vita italiana dal dopoguerra in poi. Anzi. E’ difficile o impossibile pensare agli ultimi decenni senza declinarli con l’opera di un autore eccezionale. Nato a Trevico di Avellino (vi ricordate il bellissimo “Trevico-Torino”?) nel 1931, si trasferisce a Roma e qui comincia la sua avventura così varia e ricca da sembrare un prototipo difficilmente riproducibile. Disegnatore e battuti- sta sul “Marc’Aurelio” di Ruggero Maccari, fa la radio con Alberto Sordi, entra nel cinema come aiuto, sceneggiatore, infine regista. I suoi riferimenti: Fellini, De Sica, Pietrangeli…
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