di Marco Mazzoli (professore di Politica economica, Università di Genova)
A sessant’anni dai trattati di Roma, si continua a discutere del “deficit democratico” dell’Unione europea, che purtroppo non è ancora riuscita a mettere in pratica il modello classico di democrazia: un governo federale democraticamente eletto che risponde del proprio operato a un’opinione pubblica europea.
euro
di Biagio de Giovanni (filosofo, già parlamentare europeo e professore emerito di Filosofia politica all’Università Orientale di Napoli)
Molti i problemi che si trova di fronte l’unione: la Brexit, i muri e le rivendicazioni nazionali, la perdita di consenso nell’opinione pubblica, l’euro, l’immigrazione.
«Le origini di questa crisi sono legate a quello che è successo nel 2008 (mutui subprime, derivati e processo di finanziarizzazione dell’economia a livelli sempre più insostenibili), ma le cause vanno ricercate anche più indietro, nella costruzione dell’economia basata essenzialmente sul debito. Se poi si va a parlare con quei pochi industriali rimasti in Italia che ancora riescono a gestire delle piccole, medie o anche grandi aziende, ci rispondono tutti la stessa cosa: il problema è l’euro».
Nostra intervista a Loretta Napoleoni, esperta di terrorismo ed economia, consulente del think tank «Fundación Ideas» e socia di Oxfam Italia. Ha insegnato etica degli affari alla Judge Business School di Cambridge e conduce seminari in diverse università internazionali. Il suo ultimo libro si intitola «Democrazia vendesi» (Rizzoli, 2013).
Nel quadro in cui si trova l’Europa – spiega a Confronti il responsabile del settore Economia e lavoro del Partito democratico –…