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Ripensare le strutture politiche ed economiche e immaginare un nuovo modo di ridistribuire le ricchezze per superare la crisi

di Marzia Coronati 7 Aprile 2020

Intervista a Raul Caruso a cura di Marzia Coronati. Giornalista Rai RadioTre Raul Caruso è professore di economia internazionale e economia della…

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Religioni • politica • società
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🎧 Michele Lipori consiglia “Perverts”.

Ethel Cain, nata nel 1998 in Florida e cresciuta in una famiglia battista con il padre pastore, sorprende con Perverts, un progetto che si discosta nettamente dal sound del precedente Preacher’s Daughter.

Pubblicato l’8 gennaio 2025 tramite la sua etichetta Daughters of Cain, l’album esplora territori sonori cupi e sperimentali, fondendo elementi di drone music, slowcore, dark ambient ed elettronica.

L’album si apre con la title track, un brano di 12 minuti che rielabora in chiave distorta l’inno cristiano Nearer, My God, to Thee, creando subito un’atmosfera opprimente. Il singolo Punish è contraddistinto da un crescendo di piano lo-fi e suoni ovattati, mentre affronta temi di violenza e vendetta.

Invece, brani come Houseofpsychoticwomn, con voci sussurrate e rumori di elettricità statica, e Onanist, che mescola piano e distorsioni evocando scenari infernali, contribuiscono ad intensificare l’intensità del disco.

Le influenze di artisti e band come Throbbing Gristle (gli araldi della musica industrial) e La Monte Young (il padrino della minimal music americana) sono evidenti nei paesaggi sonori dilatati e nell’utilizzo di suoni a bassa definizione e di una certa elettronica.

L’album si chiude con Amber Waves, in cui il suono della chitarra acustica e i rumori si fondono per raccontare un classico “amore tossico”, sigillando un’esperienza sonora intensa e sicuramente non convenzionale.

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🎧 Michele Lipori consiglia “Perverts”.

Ethel Cain, nata nel 1998 in Florida e cresciuta in una famiglia battista con il padre pastore, sorprende con Perverts, un progetto che si discosta nettamente dal sound del precedente Preacher’s Daughter.

Pubblicato l’8 gennaio 2025 tramite la sua etichetta Daughters of Cain, l’album esplora territori sonori cupi e sperimentali, fondendo elementi di drone music, slowcore, dark ambient ed elettronica.

L’album si apre con la title track, un brano di 12 minuti che rielabora in chiave distorta l’inno cristiano Nearer, My God, to Thee, creando subito un’atmosfera opprimente. Il singolo Punish è contraddistinto da un crescendo di piano lo-fi e suoni ovattati, mentre affronta temi di violenza e vendetta.

Invece, brani come Houseofpsychoticwomn, con voci sussurrate e rumori di elettricità statica, e Onanist, che mescola piano e distorsioni evocando scenari infernali, contribuiscono ad intensificare l’intensità del disco.

Le influenze di artisti e band come Throbbing Gristle (gli araldi della musica industrial) e La Monte Young (il padrino della minimal music americana) sono evidenti nei paesaggi sonori dilatati e nell’utilizzo di suoni a bassa definizione e di una certa elettronica.

L’album si chiude con Amber Waves, in cui il suono della chitarra acustica e i rumori si fondono per raccontare un classico “amore tossico”, sigillando un’esperienza sonora intensa e sicuramente non convenzionale.

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📚Amarilda Dhrami consiglia “Migrazioni”.

Migrazioni è un’opera che sfida miti e pregiudizi sulla migrazione, proponendo un’analisi lucida e basata sui fatti. Hein de Haas, esperto di migrazioni globali in qualità di direttore dell’International Migration Institute dell’Università di Oxford, confronta gli slogan della propaganda e dati, analizzando il fenomeno dal punto di vista dei Paesi di origine e di destinazione.

Il libro esamina criticamente l’idea che viviamo in un’epoca di migrazioni di massa senza precedenti, smontando la narrativa dominante di una “crisi migratoria” fuori controllo. Attraverso uno studio che abbraccia decenni, l’autore indaga le cause complesse dei flussi migratori, come la povertà,
la crescita demografica, l’oppressione politica, la guerra e il cambiamento climatico.

L’opera mette in luce come la globalizzazione e l’accesso alle tecnologie abbiano ampliato gli orizzonti di milioni di giovani nel Sud globale, alimentando il desiderio di migrare verso Paesi più ricchi. Inoltre il libro sfida luoghi comuni come l’idea che i migranti internazionali siano i principali protagonisti della mobilità globale e dimostra che, per molti, migrare all’interno del proprio Paese rimane l’opzione più praticabile.

De Haas offre una prospettiva che smonta gli stereotipi e fornisce risposte concrete a domande cruciali come: è vero che l’immigrazione è fuori controllo? Il cambiamento climatico aumenterà il numero di rifugiati? Le restrizioni riescono a limitare gli ingressi? Un libro indispensabile per comprendere una realtà complessa e promuovere un dibattito informato.

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📚Amarilda Dhrami consiglia “Migrazioni”.

Migrazioni è un’opera che sfida miti e pregiudizi sulla migrazione, proponendo un’analisi lucida e basata sui fatti. Hein de Haas, esperto di migrazioni globali in qualità di direttore dell’International Migration Institute dell’Università di Oxford, confronta gli slogan della propaganda e dati, analizzando il fenomeno dal punto di vista dei Paesi di origine e di destinazione.

Il libro esamina criticamente l’idea che viviamo in un’epoca di migrazioni di massa senza precedenti, smontando la narrativa dominante di una “crisi migratoria” fuori controllo. Attraverso uno studio che abbraccia decenni, l’autore indaga le cause complesse dei flussi migratori, come la povertà,
la crescita demografica, l’oppressione politica, la guerra e il cambiamento climatico.

L’opera mette in luce come la globalizzazione e l’accesso alle tecnologie abbiano ampliato gli orizzonti di milioni di giovani nel Sud globale, alimentando il desiderio di migrare verso Paesi più ricchi. Inoltre il libro sfida luoghi comuni come l’idea che i migranti internazionali siano i principali protagonisti della mobilità globale e dimostra che, per molti, migrare all’interno del proprio Paese rimane l’opzione più praticabile.

De Haas offre una prospettiva che smonta gli stereotipi e fornisce risposte concrete a domande cruciali come: è vero che l’immigrazione è fuori controllo? Il cambiamento climatico aumenterà il numero di rifugiati? Le restrizioni riescono a limitare gli ingressi? Un libro indispensabile per comprendere una realtà complessa e promuovere un dibattito informato.

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Una citazione per ogni autore del libro "Israele e Palestina: la pace possibile Prospettive, esperienze, dialoghi". Tra loro giornalisti e attivisti per la pace, sia israeliani che palestinesi.

La quattordicesima è Nabila Saleh, religiosa egiziana della congregazione delle Rosary Sisters di Gerusalemme, ha vissuto per 13 anni a Gaza e ha svolto il ruolo di direttrice della scuola delle Rosary Sisters nel Nord della Striscia. Ora, costretta da una situazione di salute precaria, ha dovuto lasciare Gaza per il Libano.

Acquista il libro: link in bio!

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Una citazione per ogni autore del libro "Israele e Palestina: la pace possibile Prospettive, esperienze, dialoghi". Tra loro giornalisti e attivisti per la pace, sia israeliani che palestinesi.

La quattordicesima è Nabila Saleh, religiosa egiziana della congregazione delle Rosary Sisters di Gerusalemme, ha vissuto per 13 anni a Gaza e ha svolto il ruolo di direttrice della scuola delle Rosary Sisters nel Nord della Striscia. Ora, costretta da una situazione di salute precaria, ha dovuto lasciare Gaza per il Libano.

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Mutilazioni genitali femminili #EndFGM Scopri l`illustrazione di @takoua.b.m su Confronti di gennaio!

👉 Lo trovi nel link in BIO!

#Mutilazionigenitalifemminili #EndFGM #freedom #humanrights #war #peacekeeping #makeartnotwar #world #humanity #artagainstwar #standup4humanrights #illustration #digitalart #digitalillustration #comics #graphic #graphicjournalism

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Mutilazioni genitali femminili #EndFGM Scopri l'illustrazione di @takoua.b.m su Confronti di gennaio!

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Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe spingere i Paesi europei ad aumentare la spesa militare, soprattutto in armamenti e tecnologia. Tuttavia, l’incertezza sulla reale domanda di armi rende difficile pianificare una produzione equilibrata. Per bilanciare questa spinta alla militarizzazione, è cruciale investire nella politica estera e nella formazione di una classe dirigente capace di affrontare sfide complesse.

Leggi l`articolo di Raul Caruso nel LINK IN BIO!

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Il ritorno di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti potrebbe spingere i Paesi europei ad aumentare la spesa militare, soprattutto in armamenti e tecnologia. Tuttavia, l’incertezza sulla reale domanda di armi rende difficile pianificare una produzione equilibrata. Per bilanciare questa spinta alla militarizzazione, è cruciale investire nella politica estera e nella formazione di una classe dirigente capace di affrontare sfide complesse.

Leggi l'articolo di Raul Caruso nel LINK IN BIO!

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🎬 Valeria Brucoli consiglia “Il mio giardino persiano”.

Già autori di Ballad of a White Cow, Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, entrambi iraniani, hanno portato alla 74a edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino un film non convenzionale, non solo perché la protagonista, Mahin, è una donna libera e indipendente, che ha deciso di vivere da sola nonostante le regole della società tradizionale in cui vive, ma anche perché alla soglia dei settant’anni ha ancora il desiderio di lasciarsi andare all’amore.

Una realtà, quella di Mahin, fatta di solitudine, che all’improvviso si accende con l’incontro inaspettato con un suo coetaneo, anche lui solo da tempo. Questo incontro casuale e gioioso si trasforma in una lunga notte di confidenze, risate, balli, condivisione di cibo e speranze.

Una situazione apparentemente normale ma che, collocata nel contesto storico e politico dell’Iran contemporaneo, assume una forma di ribellione e di abbandono alla vita, a dispetto della legge e delle convenzioni, così unica che va afferrata al volo, qualunque cosa accada.

Il film è al cinema dal 23 gennaio grazie ad Academy Two.

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🎬 Valeria Brucoli consiglia “Il mio giardino persiano”.

Già autori di Ballad of a White Cow, Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, entrambi iraniani, hanno portato alla 74a edizione del Festival internazionale del cinema di Berlino un film non convenzionale, non solo perché la protagonista, Mahin, è una donna libera e indipendente, che ha deciso di vivere da sola nonostante le regole della società tradizionale in cui vive, ma anche perché alla soglia dei settant’anni ha ancora il desiderio di lasciarsi andare all’amore.

Una realtà, quella di Mahin, fatta di solitudine, che all’improvviso si accende con l’incontro inaspettato con un suo coetaneo, anche lui solo da tempo. Questo incontro casuale e gioioso si trasforma in una lunga notte di confidenze, risate, balli, condivisione di cibo e speranze.

Una situazione apparentemente normale ma che, collocata nel contesto storico e politico dell’Iran contemporaneo, assume una forma di ribellione e di abbandono alla vita, a dispetto della legge e delle convenzioni, così unica che va afferrata al volo, qualunque cosa accada.

Il film è al cinema dal 23 gennaio grazie ad Academy Two.

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Il programma di Trump punta a realizzare la più grande deportazione di immigrati nella Storia degli Usa, con un piano che coinvolge milioni di persone, comprese quelle con protezioni temporanee. Pur criticata per le sue implicazioni umanitarie e sociali, quella di Trump è una politica in continuità con le precedenti misure della sua amministrazione.

Leggi l`articolo di Andrea Mulas sul numero di febbraio!
Acquistalo nel LINK IN BIO!

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Il programma di Trump punta a realizzare la più grande deportazione di immigrati nella Storia degli Usa, con un piano che coinvolge milioni di persone, comprese quelle con protezioni temporanee. Pur criticata per le sue implicazioni umanitarie e sociali, quella di Trump è una politica in continuità con le precedenti misure della sua amministrazione.

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Una citazione per ogni autore del libro "Israele e Palestina: la pace possibile Prospettive, esperienze, dialoghi". Tra loro giornalisti e attivisti per la pace, sia israeliani che palestinesi.

La tredicesima è Layla al-Sheikh. Nata e cresciuta in Giordania si è poi trasferita a Betlemme (in Cisgiordania) dopo il matrimonio. L’11 aprile del 2002 l’esercito israeliano ha fatto un’incursione nel suo villaggio durante la quale ha lanciato dei lacrimogeni, i cui gas sono stati inalati da uno dei suoi figli (Qusay, di appena 6 mesi) che ha avuto una crisi respiratoria e ha perso la vita dopo che i genitori sono stati trattenuti dall’esercito israeliano. Sedici anni dopo la perdita di Qusay, Layla al-Sheikh è entrata nel Parents Circle – Families Forum.

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Una citazione per ogni autore del libro "Israele e Palestina: la pace possibile Prospettive, esperienze, dialoghi". Tra loro giornalisti e attivisti per la pace, sia israeliani che palestinesi.

La tredicesima è Layla al-Sheikh. Nata e cresciuta in Giordania si è poi trasferita a Betlemme (in Cisgiordania) dopo il matrimonio. L’11 aprile del 2002 l’esercito israeliano ha fatto un’incursione nel suo villaggio durante la quale ha lanciato dei lacrimogeni, i cui gas sono stati inalati da uno dei suoi figli (Qusay, di appena 6 mesi) che ha avuto una crisi respiratoria e ha perso la vita dopo che i genitori sono stati trattenuti dall’esercito israeliano. Sedici anni dopo la perdita di Qusay, Layla al-Sheikh è entrata nel Parents Circle – Families Forum.

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