di Adriano Gizzi – Ora che il Porcellum è stato finalmente dichiarato incostituzionale dalla Consulta, nelle parti che prevedono le liste «bloccate» senza preferenze e un premio di maggioranza senza soglia minima di voti, tutti si mostrano molto soddisfatti. Festeggiano anche quelli che esattamente otto anni fa, nel dicembre 2005, avevano votato questa legge elettorale (tutti i partiti del centro-destra di allora, Udc compreso), ma persino il suo ideatore, il leghista Calderoli, che l’aveva definita «una porcata». Paradossi e giravolte della politica italiana, niente di nuovo.
Il problema è che tutti, almeno a parole, sono contrari a questa legge, ma non trovano un accordo su come superarla. C’è chi insiste da tempo sulla soluzione più semplice e rapida: un ritorno alla legge elettorale precedente (il cosiddetto Mattarellum), per tre quarti uninominale secca «all’inglese» e per un quarto proporzionale, con cui avevamo votato nel 1994, nel 1996 e nel 2001. Fino a poco fa, le ragioni per sostenere questa ipotesi erano legate soprattutto ai tempi: se aspettiamo che tutte le forze politiche trovino un accordo su una legge elettorale nuova di zecca, voteremo con il Porcellum almeno per i prossimi vent’anni.
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di Mila Spicola – «A mathematician who is not also something of a poet, will never be a complete mathematician» (Karl Weierstrass, 1815-1897). Chi si interroga sull’utilità oggi degli studi classici (in particolare su quella del liceo classico) in termini di «sbocchi occupazionali», sottolineando la «necessità di puntare di più sulla ricerca scientifico-tecnica» o di «adeguare o spostare i saperi su contenuti più aggiornati» sa che gli studenti iscritti al liceo classico oggi sono solo il 6% della popolazione studentesca totale? Lo sa che i livelli di rendimento medi degli studenti del liceo classico rappresentano la nostra eccellenza sulla scala mondiale dei rilevamenti Ocse-Pisa? Il restante 94% si iscrive ad altri licei o naviga nel mare magnum delle scuole tecnico-professionali: a queste è demandato in modo più specifico un collegamento diretto con il mondo del lavoro. Quanti si interrogano, in modo più appropriato, sull’efficacia – chiamiamola nuovamente «utilità» – in termini occupazionali dei percorsi tecnico-professionali?
di Stefano Ciccone (presidente dell’associazione Maschile plurale) – Quelle ragazze diventano una categoria, sono «prostitute» e uno stigma ne segna l’identità. I clienti no. Tutti siamo clienti: di supermercati, di servizi, di professionisti. Ed anche quando consumiamo prostituzione non siamo segnati per sempre come «clienti», siamo liberi di entrare e uscire da quella pratica. Consideriamo la prostituzione una questione di decoro delle città e chiediamo che la polizia ripulisca le strade. Le «prostitute» nelle strade sono spesso minorenni, spesso soggette a tratta e violenza ma sono rimosse come soggetti grazie a quel processo di disumanizzazione dell’alterità che ci permette di tollerare e non vedere l’esclusione. Se le minorenni sono figlie di famiglie italiane «normali», non marginali, ciò diventa perturbante perché chiama in causa la nostra «normalità».
di Enzo Marzo (direttore di Critica liberale) – «Sono più di trent’anni che ci si arrabatta per modificare la Costituzione nelle parti essenziali, senza che nessuno sia mai riuscito a stravolgerla dal punto di vista formale. Ma dal punto di vista sostanziale naturalmente le cose stanno diversamente. Per cui sono dell’idea che oggi non si tratti tanto di difendere la Costituzione, ma di ripristinarla», sostiene il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky. E qui il discorso ritorna a quelle classi politiche che non solo nella Seconda repubblica ma anche nella Prima hanno poco amato la Costituzione e l’hanno sistematicamente violata creando nei fatti una sua caricatura che andrebbe demolita. Ci sono riusciti a ridurla a un pezzo di carta. Per «ripristinare» i princìpi costituzionali occorre prima di tutto smascherare questo fantoccio.
«Critica liberale» – mensile di sinistra liberale – ha pubblicato l’articolo che vi riproponiamo, dove si mette a confronto il testo formale della Costituzione con la «sostanza» che si è prodotta dal ‘48 ad oggi con una progressione sempre più veloce, fino a diventare la vera Costituzione.
Mercoledì 4 dicembre, alle ore 16, si terrà a Roma una presentazione itinerante del libro «Con Lutero nella Roma del 1510». L’appuntamento è a via Zanardelli (angolo via dei Coronari), da dove partirà la passeggiata nella quale Corinna Landi (autrice del libro) ci guiderà alla scoperta di alcuni luoghi visitati da Lutero nel suo viaggio a Roma. L’itinerario si concluderà alle ore 18 a Casa valdese (via Alessandro Farnese 18), dove la presentazione proseguirà con un piccolo rinfresco.
Chi non potesse partecipare alla passeggiata, può raggiungerci direttamente alle ore 18 a Casa valdese.
PRENOTAZIONI entro il 29 novembre
Confronti: 0648903241 – programmi@3.121.62.245
di Gian Mario Gillio – “Tutte le normative che disciplinano i diritti costituzionali, in particolare se riguardano la libertà di espressione, dovrebbero essere approvate dal Parlamento. Uno dei motivi di preoccupazione riguarda senz’altro il ruolo dell’AGCOM nella predisposizione di sanzioni in materia di proprietà intellettuale. In quanto autorità indipendente, l’AGCOM ha la responsabilità di applicare le disposizioni in vigore previste dalla legge. È solo a tal fine che l’AGCOM ha il potere di adottare regolamentazioni amministrative proprie.” Così ha rilevato Frank la Rue, Relatore Speciale delle Nazioni Unite per la promozione e la tutela della libertà di opinione e di espressione, presentando in Conferenza stampa – lunedì 18 novembre alla SIOI (Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale) – la sua relazione conclusiva nata dalle osservazioni e dalle considerazioni raccolte dopo la lunga settimana di consultazioni e incontri istituzionali avuti con rappresentanti del mondo accademico e membri delle organizzazioni della società civile nel nostro paese.
«Le origini di questa crisi sono legate a quello che è successo nel 2008 (mutui subprime, derivati e processo di finanziarizzazione dell’economia a livelli sempre più insostenibili), ma le cause vanno ricercate anche più indietro, nella costruzione dell’economia basata essenzialmente sul debito. Se poi si va a parlare con quei pochi industriali rimasti in Italia che ancora riescono a gestire delle piccole, medie o anche grandi aziende, ci rispondono tutti la stessa cosa: il problema è l’euro».
Nostra intervista a Loretta Napoleoni, esperta di terrorismo ed economia, consulente del think tank «Fundación Ideas» e socia di Oxfam Italia. Ha insegnato etica degli affari alla Judge Business School di Cambridge e conduce seminari in diverse università internazionali. Il suo ultimo libro si intitola «Democrazia vendesi» (Rizzoli, 2013).
Seminario itinerante “Sulle frontiere della pace più difficile” in Israele e Territori palestinesi
Confronti propone il seminario itinerante “Sulle frontiere della pace più difficile” in Israele e Territori palestinesi: 27 dicembre 2013 – 5 gennaio 2014. Il seminario è rivolto a tutti coloro che vogliono approfondire la situazione geo-politica di una terra contesa e la sua storia culturale e religiosa. Si attraverseranno le frontiere di due società per comprendere le cause del conflitto ma anche per ascoltare la voce di coloro che lavorano – su diversi piani – per gettare nuove basi per il dialogo e la pace. L’approfondimento geo-politico e socio-religioso verrà curato dal giornalista Luigi Sandri (già corrispondente dell’ANSA in Israele), mentre lo staff di Confronti si occuperà dei contatti con le organizzazioni locali, nonché degli aspetti logistici e organizzativi. Il seminario consisterà in visite a luoghi e incontri con esponenti della vita religiosa, politica e culturale, israeliani e palestinesi.
Il 19 ottobre a Velletri (Roma) è morto il pastore metodista Sergio Aquilante. Nato nel 1931 a Palombaro (in provincia di Chieti), Aquilante è stato una figura di spicco del metodismo italiano, svolgendo il suo ministero pastorale in varie regioni italiane e ricoprendo incarichi di responsabilità, tra i quali: presidente della Conferenza della Chiesa metodista d’Italia e poi (dopo l’integrazione del 1979 tra metodisti e valdesi) del Comitato permanente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia; membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e del Comitato esecutivo del Consiglio mondiale metodista; direttore del centro Ecumene (Velletri), del Centro sociale di Villa San Sebastiano (L’Aquila) e del centro diaconale La Noce (Palermo); presidente del Centro studi per il socialismo cristiano.
Come redazione di Confronti esprimiamo la nostra vicinanza al presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Massimo Aquilante, figlio di Sergio, e alla sua famiglia.
di Bruna Iacopino – Torniamo a occuparci delle carceri, tema di cui i media non parlano abbastanza, per fare il punto sugli ultimi sviluppi della situazione. Accanto ai tanti problemi (e in questo servizio parliamo anche di quelli meno conosciuti), vogliamo raccontare anche le esperienze positive e gli elementi di speranza.
Raccontare il carcere nel nostro paese non è impresa facile. Parlare di carcere significa ormai affrontare i nodi che da anni lo rendono problematico, e che hanno già comportato per l’Italia la condanna della Commissione europea dei diritti dell’uomo. Il sovraffollamento tiene banco, accanto ai suicidi e ai vari richiami istituzionali e non, affinché si trovino delle soluzioni a livello politico…