di Enrico Campofreda. Giornalista e scrittore Fra la generazione afghana, che in un ottobre lontano vent’anni ha visto innalzare bandiere a stelle…
fondamentalismo
Con gli attentati che sono costati la vita a 250 persone in Sri Lanka un popolo intero – compresi i tamil ex simpatizzanti dei guerriglieri – si desta dal sogno di poter vivere un’era di prosperità e pace, anche in un paese a maggioranza buddhista non sempre tollerante. Eppure chiari segnali in tal senso, purtroppo ignorati, erano già apparsi all’orizzonte.
Roma – 20 ottobre 2016
h. 10.30-13: Associazione Nazionale Reduci della Prigionia
h. 15-19: Palazzo San Macuto, Sala del Refettorio
di Paolo Naso
A caldo è difficile trovare le parole per commentare l’attentato del 7 gennaio al settimanale satirico Charlie Hebdo di Parigi. La «geometrica precisione» di un’azione paramilitare, la forza simbolica dell’obiettivo, la brutalità dell’esecuzione a freddo di giornalisti, disegnatori e poliziotti ci danno la misura di un gesto clamoroso e calcolato.
La domanda di queste ore è che cosa gli attentatori abbiano voluto dire e a chi intendessero rivolgersi. Rispondere a questi interrogativi quando ancora mancano certezze sul piano delle indagini è certamente molto rischioso. Ma di fronte a un gesto eccezionalmente grave e programmatico come quello di Parigi tacere sarebbe irresponsabile e incomprensibile.
È questo il tempo di parlare e forse di urlare per dire che quanto è accaduto non può avere alcuna giustificazione religiosa, politica o culturale.