La 38esima edizione del Kirchentag, che si è tenuta lo scorso giugno a Norimberga, è stata dedicata alla guerra e al clima, ma offre uno spunto di riflessione su come è cambiata la società rispetto alla
Chiesa che, dagli anni Cinquanta a oggi, ha registrato un’ondata di abbandono senza precedenti.
Germania
Nell’XI Assemblea generale del CEC nessuna pronunciazione sul sostegno della Chiesa ortodossa russa all’aggressione militare.
Germania: i preti benedicono più di 100 coppie gay, in aperto contrasto con i vertici della Chiesa cattolica
di Asia Leofreddi. Redazione Confronti Come si legge sul New York Times, il 10 maggio, in Germania, più di cento parrocchie cattoliche…
di Ludovico Basili. Ecologista Da oltre un anno centinaia di attivisti per l’ambiente stanno occupando il Dannenröder Forst, una foresta di ventisette…
di Enzo Ciconte Il giornale Die Welt ha chiesto alla cancelliera tedesca Angela Merkel di non concedere all’Italia sostegni ecomomici europei perchè…
di Biagio de Giovanni
Le elezioni tedesche sono meno sorprendenti di quanto appaia. Merkel ha comunque vinto e ora, con Macron, l’egemonia tedesca vede l’importante contrappeso della Francia.
di Gabriele Mele (associazione culturale Futura Ancislink)
Dopo le elezioni olandesi del 15 marzo, altri importanti appuntamenti aspettano l’Unione europea: prima la Francia e poi, in autunno, la Germania.
intervista a Stefano Allievi, professore di Sociologia all’Università di Padova
«Anche se la maggior parte delle persone incriminate per i fatti della notte di Capodanno a Colonia proviene da Paesi musulmani, non è la religione l’elemento scatenante».
I vergognosi episodi di molestia sessuale nei confronti delle donne avvenuti a Colonia e in altre città tedesche durante i festeggiamenti del Capodanno hanno fatto molto discutere. Diverse realtà politiche e molti media – in Germania, in Italia e altrove – hanno suggerito l’esistenza di un nesso diretto tra l’accaduto e le perenni questioni dell’immigrazione e della religione islamica che animano intensamente il dibattito politico e mediatico in Europa. Questa faccenda, accaduta in piena emergenza profughi in Europa, rischierà di condizionare negativamente l’approccio istituzionale alla questione dei richiedenti asilo e protezione umanitaria. Tale rischio è stato espresso anche dal sociologo Stefano Allievi in questa intervista per Confronti. Secondo Allievi non vi è nessuna relazione diretta tra l’accaduto, la religione e l’immigrazione in senso lato.
di Gianna Urizio (giornalista, già presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia, impegnata al Centro antiviolenza “Donna LISA” di Roma)
Non si può certamente ignorare la gravità degli episodi di Capodanno a Colonia, ma non si può neanche imputarli semplicisticamente alla cultura “machista” musulmana, perché in Germania, come da noi, un terzo delle donne nella loro vita hanno subito molestie o violenze sessuali.
È utile talvolta avere la possibilità della distanza per riflettere su eventi che i media ci hanno presentato in modo convulso. È il caso degli eventi di Colonia e lo sciame mediatico che ha suscitato, che di fatto ha intrecciato tutti i problemi politici e sociali che attraversano l’Europa con le molestie sessuali, i furti e la violenza che hanno subito le donne la notte di Capodanno. Sicuramente il flusso immigratorio del 2015, cresciuto al di là di ogni previsione, ha posto e sta ponendo dei problemi oggettivi di accoglienza e quindi non può sorprendere che i media abbiano creato un vero e proprio cortocircuito tra immigrazione, violenze e scontro di civiltà.
di Marco Mazzoli, professore di Politica Economica, Università di Genova
Il flagello del monetarismo (in inglese, «The Scourge of Monetarism») era il titolo di un pamphlet economico-politico con cui Lord Nicholas Kaldor, nel lontano 1982 disegnava con incredibile lucidità gli effetti sociali e le contraddizioni logiche del pensiero neoliberista, allora appena affermatosi con le vittorie elettorali di Margareth Thatcher in Gran Bretagna nel 1979 e Ronald Reagan negli Stati Uniti, nel 1980. Ed è proprio l’ideologia (perché di ideologia si tratta) neoliberista, del rigore fine a se stesso, a fare da sfondo alla crisi greca, che si evolve drammaticamente di ora in ora. Gli eventi si rincorrono con nuovi colpi di scena, ancora nel momento in cui sto scrivendo (pomeriggio del 13 luglio).
La mattina del 12 luglio, a seguito delle dure prese di posizione del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, le proposte di Tsipras per uscire dalla crisi, anche se molto vicine a quelle del Fondo monetario internazionale (Fmi), sono state ritenute non credibili da molti ministri «rigoristi» della Commissione Europea. La notte tra il 12 e il 13 luglio è stata estenuante e carica di tensione e si è giunti letteralmente ad un passo dall’uscita della Grecia dall’euro, che avrebbe comportato una crisi, forse irrimediabile, della moneta unica, oltre che una spaventosa crisi bancaria e di liquidità per il sistema finanziario greco, con esiti imprevedibili e costi sociali spaventosi.
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