di Giancarla Codrignani Incontrando il Movimento per la vita, nel giugno scorso, il papa ebbe a paragonare l’aborto con «quello che facevano…
Giancarla Codrignani
di Giancarla Codrignani
Ma come può essere successo che siamo ridotti a ragionare, si fa per dire, di scissioni forse ideologiche senza porre a confronto punti programmatici “per l’Italia”, che partano dal collocare l’Europa in primo piano, prima di ambizioni narcisistiche individuali o di gruppo, siano pure di pancia o di cuore o di (poca) testa”?
Giancarla Codrignani risponde a don Francesco Pieri, che ha dichiarato (via facebook) che Riina ha sulla coscienza meno omicidi di Emma Bonino.…
di Giancarla Codrignani
Se una persona ha speso anni della sua vita con l’intenzione di cambiare il mondo, non può evitare il pianto leggendo l’appello di Zanotelli ad ascoltare il grido dell’Africa: Sudan, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sahel, Libia, Eritrea… zone tutte travagliate da guerre e conflitti a cui si aggiungono i disastri di ampie aree devastate dalla siccità; di contro le voci tardive che chiedono di “aiutarli in casa loro”.
di Giancarla Codrignani (giornalista, scrittrice e già parlamentare)
La recente sentenza della Cassazione in materia di assegno di divorzio in realtà cambia la situazione molto meno di quanto si creda.
di Giancarla Codrignani – tratto da “Noi Donne” di dicembre 2016
Come spiegato dalla direttrice di “Noi Donne” Tiziana Bartolini, il numero di dicembre è stato l’ultimo “cartaceo”. Da quest’anno la storica rivista prosegue solo sul web. Vi proponiamo l’intervento di Giancarla Codrignani.
di Giancarla Codrignani
Ci sono diritti che, nella ricerca di sistemazione giuridica, forniscono materia per estendere l’educazione civica dei cittadini. Uno di questi è la famiglia: se fosse “naturale” non avrebbe bisogno di leggi. Infatti nessuno dice come deve essere la forma del corpo; ma i corpi entrano in relazione e la scelta delle relazioni conformano il costume rendendo necessarie le regole.
Leggo in Diritto d’amore di Stefano Rodotà che la Costituzione italiana ha modificato “la gerarchia delle fonti giuridiche… sì che non era possibile invocare il codice contro la Costituzione”: Maria Maddalena Rossi subito intervenne a chiarire il punto dolente sulla famiglia, richiamando la volontà delle donne di cambiare, in coerenza con questi principi, il codice civile che le rendeva subalterne nel matrimonio.
Certo, per un Calamandrei poco convinto di una strana “famiglia democratica” e ben convinto che il marito fosse “il capo” della medesima, l’arcobaleno dei diritti genitoriali sarebbe stato impensabile. Eppure tutti conoscono i secoli di clandestinità e di sofferenze per migliaia di “diversi” disprezzati e perfino suicidi, mentre alle leggi (civili) piaceva solo il matrimonio tra un uomo e una donna nella versione religiosa, praticata anche dagli atei perché socialmente approvata, oppure laica, ormai più diffusa anche per molti cristiani ma un tempo trasgressiva rispetto alle regole sociali che ne hanno determinato le leggi. Sennonché al codice civile non importa nulla che le persone si vogliano bene per sposarsi, è sempre più praticata la “convivenza fondata sull’amore”. Dedicare una riflessione ai 128 femminicidi del 2015? Tutto bene?
Ci risiamo con il «gender». Le religioni vivono se comprendono il futuro
di Giancarla Codrignani
Per piacere, qualcuno dovrebbe informare papa Francesco e la Segreteria della Cei che perfino alla Banca mondiale esiste un Gender Action Plan, in cui la «Gender equality» viene definita «smart economics». Per non parlare dei PhD in «Women’s and Gender Studies» o dell’Erasmus Mundus che si occupa degli stessi Women’s and Gender Studies in cooperazione con sette università europee – tra le altre l’Università di Bologna – e altre nord e sud-americane.
Perfino l’Associazione italiana di Psicologia chiede che si promuova una cultura che favorisce la relazione e la nonviolenza. Dico questo perché, mentre dire «spuzza» crea un neologismo di buona efficacia mediatica, la manifestazione di ostilità nei confronti del gender mostra un mancato aggiornamento su una materia che la Chiesa cattolica può contestare solo se ne conosce la filosofia e le scuole. Perché il gender riguarda in primo luogo il genere femminile; potrebbe valere anche per il maschile se l’uomo si accorgesse di essere un «genere». Il termine ordinariamente tutti lo hanno incontrato alle elementari, dove la morfologia della lingua ha un gran bisogno di imparare il gender perché si impara che «maestro» fa regolarmente «maestra», mentre «ministro» rivolto a una donna con la desinenza in -o non è ancora errore blu.
«Le ribelli di Dio», di Adriana Valerio Feltrinelli, 2014, 176 pagine, 19 euro recensione a cura di Giancarla Codrignani Nel libro «Le…
«Sarebbe stato bello poter dire di lui Carlo Maria I, papa. La sua scomparsa mi ha riportato alla mente la morte di…