di Luigi Sandri
La storia insegna che, quando tra un papa regnante e i fedeli s’intreccia un certo “feeling”, le parole d’ordine e gli esempi che vengono da Roma sono particolarmente sentiti e seguiti. Perciò, che Francesco abbia indetto un Giubileo straordinario della misericordia, è una scelta davvero feconda, in prospettiva capace di avviare una rivoluzione, pacifica ma trascinante, all’interno della Chiesa cattolica e, per contagio, almeno in parte, al di fuori di essa. Continuando per un anno a suonare l’inno della e alla misericordia, la campana di San Pietro rende dunque un servizio prezioso.
Ma che significa “misericordia”? Quella del Padre verso di noi che – sottolinea il papa – ci ama per primo e ci perdona sempre; e la disponibilità di ogni persona a perdonare chi le ha fatto un torto. È dunque l’invito a una conversione personale. Però la misericordia dovrebbe riguardare anche la Chiesa romana in quanto comunità semper reformanda, insiste Francesco.
Giubileo
di Luigi Sandri
Francesco ha indetto un Anno santo straordinario della misericordia, che si aprirà l’8 dicembre prossimo e terminerà il 20 novembre 2016. Il papa si aspetta soprattutto che i fedeli accorrano fiduciosi a confessarsi. Le sfide dell’iniziativa, gli aspetti problematici, i nodi teologici, l’attesa di qualche esplicito «mea culpa».
intervista a Paolo Ricca (pastore e docente emerito di Storia della Chiesa alla Facoltà valdese di teologia di Roma).
«La misericordia di Dio è sicuramente il cuore della rivelazione biblica e della fede cristiana e quindi proporla alla riflessione dei cristiani affinché la mettano in pratica è un’operazione evangelicamente ineccepibile e assolutamente benvenuta. D’altronde, si può presumere che l’invito a essere misericordiosi il papa lo rivolga anzitutto proprio alla gerarchia cattolica, che su molte questioni morali si è dimostrata anche in anni recenti assai rigida e per nulla misericordiosa».
Che ne pensa, professor Ricca, dell’idea stessa di un Giubileo della misericordia?
«L’idea di indire con troppa frequenza dei Giubilei mi pare piuttosto discutibile; sarebbe meglio non abusare degli Anni santi, e preservare il loro carattere eccezionale, esortando piuttosto i cristiani a santificare, cioè a vivere davanti a Dio e con Dio, ogni anno e ogni giorno della loro vita. Comunque questo Giubileo straordinario è stato indetto, e noi ne prendiamo atto. Notiamo, intanto, che esso sarà «decentrato»: non solo le basiliche papali romane avranno la loro Porta Santa, ma la cattedrale di ogni diocesi del mondo avrà la sua, per cui non sarà necessario venire a Roma per godere dei benefici del Giubileo».