di Nadia Angelucci. Giornalista e scrittrice Ne I rospi della memoria (Rapsodia, 2021) della scrittrice argentina Graciela Bialet viene affrontato il tema…
giustizia
Il 16 giugno il Senato ha definitivamente approvato la riforma del Consiglio superiore della magistratura (Csm) e dell’ordinamento giudiziario.
La Cassazione ha condannato a 12 anni di reclusione due dei carabinieri che la notte del 15 ottobre 2009 fermavano Stefano Cucchi.
di Stefano Allievi. Sociologo, Professore di Sociologia presso l’Università degli studi di Padova. I crimini contro le donne hanno vissuto di una…
di Michele Lipori. Redazione Confronti. “I can’t breathe” (non riesco a respirare), queste le ultime parole pronunciate da George Floyd – un afro-americano di…
In Argentina l’emergenza Coronavirus ha investito e travolto anche la tradizionale, ma non per questo scontata, marcia per la memoria, la verità e la giustizia, per i e le 30.000 desaparecidos. Anche senza la marcia, la memoria e la ricerca di giustizia non si fermano.
L’omicidio dell’attivista e politica brasiliana Marielle Franco, avvenuto il 14 marzo del 2018 a Rio De Janeiro, ha scosso l’opinione pubblica di tutto il mondo. A distanza di due anni c’è, in Brasile, l’idea di produrre una fiction sulla sua vita. Non senza polemiche.
Pedofilia del clero: vertice vaticano tra coraggio e timidezza
L’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa” a fine febbraio (21-24) ha visto convenire a Roma centonovanta persone per esaminare il problema delle violenze sessuali del clero su adolescenti o ragazzi, maschi e femmine, “delitti” per decenni occultati, e dei quali ora si è parlato apertamente e collegialmente, anche incontrando vittime e ascoltando le loro testimonianze che hanno fatto piangere di dolore e di vergogna non pochi degli invitati, riuniti nell’aula nuova del Sinodo.
intervista a Mauro Palma (garante dei diritti dei detenuti, fondatore dell’associazione Antigone)
a cura di Stefania Sarallo
Per ricordare la figura di Marco Pannella, vi riproponiamo una sua intervista raccolta da Gian Mario Gillio nel corso di un lungo sciopero della fame e della sete del leader radicale sul tema delle carceri e della giustizia, ma non solo, pubblicata su Confronti di giugno 2011.
Quali sono i motivi che la spingono a un nuovo sciopero della fame e della sete?
Innanzitutto vorrei partire da alcune premesse. Nel 1978, per paura della nostra campagna e dei referendum che avevamo proposto, il Parlamento fece passare la legge 194 sull’aborto e noi radicali votammo contro per via dei suoi aspetti statalisti che prevedevano solamente la la sanità pubblica e obiettori di coscienza interni. Poi la chiusura dei ghetti manicomiali, sempre nello stesso anno. Anche in questo caso venne approvata una legge e votammo contro, ma non perché non l’approvassimo. Erano iniziative nostre, ma il Parlamento per evitare che si potessero approvare tramite referendum, preferiva farle approvare per legge modificandone però alcuni impianti per noi dirimenti.