della Redazione di Confronti
La notte del 13 aprile scorso Usa, Francia e Inghilterra hanno scagliato un’offensiva contro la Siria. l’accusa, non ancora provata, è che Assad abbia usato armi chimiche.
guerra
Gli uomini e le donne di tutti i tempi sono stati interpellati dagli eventi della storia ad assumere decisioni per dare un futuro all’umanità.
Anche noi, oggi, siamo interpellati dalla devastante guerra mondiale a pezzi, che va avanti dall’11 settembre del 2001, con conseguenze gravissime per milioni e milioni di persone uccise, ridotte alla fame o costrette a fuggire dai propri paesi.
di Cristina Zanazzo
Si è tenuto il 10 e 11 novembre in Vaticano il Simposio internazionale “Prospettive per un mondo libero dalle armi nucleari e per un disarmo integrale”, organizzato dal Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
di Pupa Garribba (ricercatrice di Storia orale)
È passato esattamente mezzo secolo dalla Guerra dei sei giorni. La testimonianza di un’ebrea italiana che ha vissuto in prima persona quegli eventi.
intervista a Joseph Tobji (a cura di Mostafa El Ayoubi)
Abbiamo intervistato l’arcivescovo di Aleppo per farci raccontare la drammatica situazione in cui vive la popolazione della città siriana, provata da anni di guerra e di privazioni, ma anche per analizzare le questioni geostrategiche sul tappeto e il ruolo giocato nella guerra dalle varie potenze e dai media.
di Marinella Correggia
Fra i bambini yemeniti e i petrodollari, il mondo sceglie i secondi e preferisce restare in silenzio di fronte all’aggressione dell’Arabia Saudita.
Siria. Sit-in a Roma, il 2 settembre, per sostenere l’appello alla tregua
(dal sito di articolo 21)
Vi chiediamo l’adesione a questa iniziativa per far arrivare un messaggio forte alle istituzioni e per testimoniare la nostra vicinanza al popolo siriano.
L’appuntamento e a Roma, in piazza Santi Apostoli, venerdì 2 settembre, dalle ore 11.
Noi rappresentanti di movimenti, associazioni e gruppi del mondo della pace e della nonviolenza siamo preoccupati delle pressioni esercitate sul nostro governo perché assuma un ruolo guida nell’intervento militare in Libia a fianco di altre potenze occidentali. Il Presidente del Consiglio ha detto che “non è in programma una missione militare italiana in Libia”. Ne prendiamo atto. Ma i problemi restano: – il contrasto all’espansione del terrorismo del sedicente Stato islamico; – una minaccia alla sicurezza del nostro paese; – la stabilizzazione della nazione nordafricana. La guerra non è il mezzo adeguato per sconfiggere il terrorismo né tantomeno per portare stabilità alla Libia. Basterebbe guardare alla storia di questi ultimi anni per capire che gli interventi militari non hanno risolto i problemi, li hanno invece aggravati.
intervista a Domenico Losurdo
(Filosofo e storico, ha insegnato Filosofia della storia all’Università di Urbino)
«In tutto il Medio Oriente, nella lotta contro i regimi laici scaturiti dalle rivoluzioni anticoloniali (che hanno fatto seguito alla Seconda guerra mondiale) e contro i movimenti di liberazione nazionale collocati su posizioni laiche, l’Occidente ha fatto appello alla religione e al fondamentalismo religioso: così in Iraq, Libia, Siria, Palestina, dove Israele a suo tempo appoggiò Hamas contro l’Olp di Arafat».
«Prima che si accentui il loro declino, gli Usa tentano di perpetuare la loro egemonia mondiale, avvalendosi della loro permanente superiorità militare al fine di estendere e rafforzare il controllo sulle aree geopoliticamente decisive del pianeta».
Cristiani e musulmani contro ogni violenza e guerra nel nome di Dio
Appello dei promotori della Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico
Ancora violenza e guerra nel nome di Dio. La cronaca continua a mostrarci terribili rituali di morte, ancora più blasfemi perché compiuti invocando una fede e una tradizione religiosa. Come credenti di diverse tradizioni spirituali, cristiani e musulmani che da anni sono impegnati in un cammino comune, ribadiamo che il nostro comune futuro sta nel dialogo e nella convivenza, nel rispetto reciproco e nella mutua comprensione di quello che siamo e delle ragioni che animano i nostri cuori. Negli anni questo impegno comune ha prodotto frutti importanti e insieme, cristiani e musulmani di buona volontà, siamo riusciti a respingere la suggestione di uno scontro tra le nostre tradizioni religiose che ci mettesse gli uni contro gli altri e impedisse ogni forma di dialogo e di costruttiva convivenza. Grazie al cammino percorso, oggi possiamo denunciare insieme le atrocità di cui in vari paesi del mondo sono vittime sia i cristiani che i musulmani, colpiti da fanatiche dottrine dell’odio e dell’intolleranza che nulla hanno a che fare con i valori e la spiritualità che stanno alla base delle nostre tradizioni religiose. Denunciamo chi ha incoraggiato, armato ed organizzato – per calcolo o per interesse – gruppi oggi incontrollabili mossi da logiche e obbiettivi folli (segue all’interno)