La devastazione di Gaza sembra più fare notizia, ma i cattolici e più in genere i cristiani di “Terra Santa” hanno da tempo cominciato ad alzare i toni della condanna dei metodi di Israele contro la popolazione civile inerme. Abbiamo intervistato Nabilah Saleh, una religiosa egiziana della congregazione del Rosario di Gerusalemme che ha vissuto per 13 anni ha a Gaza e ha svolto il ruolo di direttrice della scuola delle Rosary Sisters nel Nord della Striscia.
Israele
Medio Oriente. La via della riconciliazione contro il fanatismo
All’indomani del 7 ottobre 2023, quando Hamas ha compiuto il più terribile massacro di ebrei dal tempo della Shoah, il governo Netanyahu ha fatto seguire una sanguinosa offensiva militare. Nel suo ultimo libro Gaza. Odio e amore per Israele (Feltrinelli, 2024) Gad Lerner ci parla di un conflitto che porta con sé un condensato di contraddizioni e della spaccatura a livello globale sull’onda del fanatismo identitario che ha contagiato i due popoli in guerra.
Nel fuoco del pluridecennale dibattito sul conflitto israelo-palestinese sono coinvolte anche le Chiese cristiane. In questo articolo si formulano degli “appunti” su quali caratteristiche (non) dovrebbe avere una “postura ecclesiale”.
La guerra, e anche la politica, la democrazia, la libertà e i diritti, sono realtà profane, secolari. La Chiesa di Gesù non replica all’idolatria sacralizzando quanto le sembra politicamente auspicabile, bensì riconoscendo la relatività di tutto ciò che è terreno. Questo non significa che democrazia, libertà e diritti non siano realtà importanti.
Un recente sondaggio condotto dal Centro palestinese per la politica e la ricerca sui sondaggi (Pcpsr) mostra il cambio di prospettive della popolazione palestinese prima e dopo lo scoppio della guerra a Gaza.
Israele-Palestina, tre cose che può dire e fare l’Europa
È senso comune che di fronte al conflitto israeliano palestinese l’Europa abbia poco da dire e che la partita si giochi a Washington. Credo che questo assunto rassicurante e disimpegnante vada radicalmente corretto. Che cosa potrebbe dire l’Europa? Tre cose, per iniziare.
All’indomani dell’attacco diHamas del 7 ottobre, l’opinione pubblica interna e internazionale unitamente alla gran parte dei leader di governo erano, senza dubbio alcuno, a favore del capo di governo israeliano Benjamin Netanyahu. Mesi dopo, questo appoggio si sta sgretolando e non solo all’interno del suo Paese ma anche in ambito internazionale.
Un recentissimo report di Human Rights Watch denuncia che in Europa, a partire dall’inizio delle ostilità tra Hamas e Israele (7 ottobre scorso), sono aumentati i crimini d’odio di stampo antisemita e islamofobico. Inoltre, i governi di molti Paesi stanno limitando in modo preoccupante la libertà d’espressione.
Israele-Gaza. Grande è la confusione sotto il cielo
La guerra tra Russia e Ucraina non è una guerra qualsiasi ma piuttosto una guerra “costituente”. Nel momento in cui un accordo tra Russia e Ucraina apparirà probabile, quindi, tutti i governi razionalmente avranno l’interessea mostrarsi disposti a cooperare. E da questa nuova cooperazione nascerà un nuovo sistema internazionale.
La pace più lontana, la pace più necessaria
Nella Striscia di Gaza, in quel recinto di disperazione e violenza, continuerà così a crescere una gigantesca fabbrica dell’odio e dell’antisemitismo, una bestia ferita nutrita da interessati patroni geopolitici