di Marta Moretti. Avvocato, esperta di diritti umani Pensa agli innumerevoli ragazzi che presso a poco a quell’ora vanno a scuola in…
Istruzione
di Stefano Allievi. Sociologo, Professore di Sociologia presso l’Università degli studi di Padova. (Intervista a cura di Claudio Paravati) “La spirale del…
di Michele Lipori. Redazione Confronti. Secondo i dati dell’ultimo censimento (2011) la popolazione dell’Albania raggiungeva 2.845.955 persone. Le stime dell’Istituto albanese di…
di Alice Tinozzi
“Mettiamocelo in testa. Solo l’istruzione può salvare la vita e il futuro di un bambino rifugiato”, questo lo slogan della seconda campagna di sensibilizzazione lanciata dall’Agenzia Onu per i Rifugiati (Unhcr) che durerà fino al 28 gennaio e a cui verrà dedicata la giornata di campionato del 20 e 21.
Don Lorenzo Milani e la Lettera ad una Professoressa… cinquant’anni dopo
di Carmel Borg e Michael Grech
A giugno ricorre il cinquantesimo anniversario della morte di don Lorenzo Milani.
di Nino Buccafusco
Sull’ultimo numero di Confronti la descrizione che è stata data dell’anno che ci siamo lasciati alle spalle («destinato, forse, a non finire mai, tanto meno in questa stagione dominata dalle chiacchiere e dal nulla» – R. Bertoni. Un anno che fa ancor paura) mi è sembrata un’ottima sintesi del clima che sta vivendo il nostro Paese, dove chiacchiere e nulla costituiscono il white noise, cioè il rumore di fondo che avvolge e confonde le dinamiche socio-politiche della nostra società.
di Simonetta Salacone, già dirigente scolastica della scuola «Iqbal Masih» di Roma.
Cosa è possibile salvare e cosa è da rigettare nella legge di riforma chiamata dal governo «la buona scuola»? A questa domanda mi è difficile rispondere, poiché la legge n. 107 approvata dal Parlamento conserva tutti i difetti dell’impianto iniziale che ho già evidenziato (vedi Confronti 6/2015) e che sono poi quelli denunciati dalla stragrande maggioranza di docenti, personale amministrativo e dirigenti scolastici, studenti, nonché dalla parte più avvertita dei genitori e dei cittadini comuni sufficientemente informati e preoccupati per le sorti di un’istituzione fondamentale per la democrazia e lo sviluppo del paese. All’articolato sono state apportate alcune modifiche importanti, anche se non sostanziali, a seguito del dibattito parlamentare. Solo per fare alcuni esempi: è stato recuperato il ruolo del Collegio dei docenti nella predisposizione del Piano dell’offerta formativa (Pof) e quello del Consiglio di istituto nell’adozione dello stesso; è stata indicata una diversa destinazione delle somme che saranno versate dai privati, una parte delle quali andrà in un fondo che il Ministero redistribuirà alle scuole in base al bisogno; è stato ridotto il numero delle deleghe al governo.
di Simonetta Salacone, dirigente scolastica di scuola primaria.
Parlamentari di vari partiti hanno ripresentato in questa legislatura il testo della proposta di legge di iniziativa popolare (su cui nel 2006 erano state raccolte 100mila firme) per riproporre i temi della cittadinanza, della laicità e della qualità del sistema educativo e di istruzione.
Nel 2006, con le firme di 100mila cittadini, veniva presentata una proposta di legge di iniziativa popolare «per una buona scuola per la Repubblica». Il dibattito sul sistema scolastico italiano, aperto da tempo, era diventato rovente a seguito degli interventi del ministro Moratti, con i quali il governo di centro-destra andava introducendo una visione «di mercato» che puntava a differenziare i percorsi degli alunni (la «personalizzazione») e a introdurre il privato nella scuola statale.
In questa direzione il ministro Gelmini avrebbe, negli anni successivi, apportato tagli ingentissimi ai finanziamenti alla sola scuola statale e avrebbe introdotto elementi di selezione meritocratica, in direzione di una visione antiegualitaria e quindi classista della società, adattando così la scuola alla svolta liberista impressa alle politiche mondiali.