di Adriano Gizzi
Finalmente la Corte costituzionale si è pronunciata. Dopo una lunga attesa, è arrivata il 25 gennaio la decisione sulla legge elettorale per la Camera, il famoso Italicum voluto dal Pd di Matteo Renzi.
Italicum
di Pippo Civati
La vicenda che riguarda il Portogallo è un fatto politico senza precedenti per l’Europa. Un governo di coalizione di sinistra – che avrebbe i numeri sufficienti per governare – trova un presidente della Repubblica indisponibile alla sua formazione, nonostante appunto abbia i numeri in Parlamento (qualcuno ha parlato di «Napolitaño», ma come è noto l’argomento dei numeri, che peraltro allora contestai, quando Bersani chiese di poter andare alle Camere rappresentava un argomento reale: in Portogallo nemmeno quello).
Non sono bastate nemmeno le rassicurazioni di una parte della coalizione di sinistra (favorevole all’uscita dall’euro e dalla Nato) che avrebbe rinunciato ad alcune parti del suo programma proprio per poter formare un governo. Ci si è voltati dall’altra parte, per mantenere un rapporto sereno con l’Europa e soprattutto con i mercati. Larghe intese a prescindere, dal voto dei cittadini e dalla proporzione dei numeri. Uno si domanda a che cosa serva indire libere elezioni, se il risultato libero non è.
di Adriano Gizzi
Dopo aver fatto approvare la legge elettorale a colpi di fiducia, contro tutte le opposizioni e una parte del proprio stesso partito, Renzi affronta ora la lunga battaglia per far passare anche le riforme costituzionali, a cominciare dal ridimensionamento del Senato che diventerà organo di rappresentanza delle istituzioni territoriali. Chi fa le porzioni della torta non deve scegliere per primo la fetta: lo prevede una regola elementare di buon senso, proprio per evitare che poi possa scegliere per sé la più grande. Così dovrebbe essere anche per le regole del gioco democratico…
intervista a Stefano Ceccanti, costituzionalista
Il professor Ceccanti è docente di Diritto costituzionale italiano e comparato e di Diritto parlamentare all’Università La Sapienza di Roma ed è stato senatore del Pd nella scorsa legislatura. Lo abbiamo intervistato sulla riforma costituzionale all’esame del Parlamento e sull’Italicum, la legge elettorale approvata all’inizio di maggio.
Professor Ceccanti, quali sono a suo giudizio i principali vantaggi della riforma costituzionale che propone il governo?
Questa riforma risponde a due esigenze di fondo. La prima si collega alla forma di governo: è irrazionale avere un’elezione di due camere diverse che incidono entrambe sulla formazione dell’esecutivo, perché i risultati elettorali possono dare esiti diversi, anche qualora si votasse con un sistema identico per entrambi i rami del Parlamento. Questo vale a maggior ragione oggi che l’elettorato è diventato molto più mobile, ma anche in passato – nel ‘94, nel ‘96 e nel 2006 – abbiamo visto risultati diversi tra Camera e Senato. Si tratta quindi di una cosa palesemente insensata, che bisogna rimuovere…
intervista a Giulio Ercolessi
Formatosi politicamente nella sinistra liberale, nella Lega per il divorzio e nel Movimento federalista europeo, Giulio Ercolessi è stato segretario del Partito radicale nel 1973-74. All’inizio degli anni ’80 ha abbandonato la politica attiva, intensificando però la sua attività pubblicistica. Instancabile «globetrotter» del pensiero liberale, in questi decenni ha partecipato come relatore a centinaia di incontri e convegni, scrivendo articoli e saggi – con il proprio nome o utilizzando uno pseudonimo – per riviste quali Critica liberale (di cui ha anche codiretto il supplemento «Gli Stati Uniti d’Europa»), MicroMega, Lettera Internazionale e Confronti. Tra i suoi libri, ricordiamo L’Europa verso il suicidio? Senza Unione federale il destino degli europei è segnato (Dedalo, 2009) e soprattutto Sfascismo costituzionale. Come uscire vivi da un azzardo politico temerario. Una proposta liberale, appena pubblicato per Aracne editrice. Ercolessi è anche membro del board del Forum liberale europeo (Elf), l’organizzazione che riunisce i circa quaranta centri di studi politici europei facenti capo all’Alde (il variegato partito dei liberali al Parlamento europeo).