La prima è quella di una bambina di cinque mesi morta in un naufragio del 13 settembre scorso, ancora una volta nei pressi dell’isola di Lampedusa. Dieci anni dopo la strage del 3 ottobre del 2013, è l’ultima vittima di una catena che conta 30.000 migranti morti nel Mediterraneo
Lampedusa
Lo struggente romanzo di Maylis de Kerangal, un’autrice francese innamorata dell’Italia che visse nella sua abitazione parigina la tragica notte del 3 ottobre 2013, quando un barcone carico di migranti affondò a due chilometri dalle coste dell’isola, provocando oltre trecento morti e squarciando definitivamente il velo sull’immane dramma costituito dalle migrazioni contemporanee.
Fuocoammare
di Gianfranco Rosi
(Italia, 2016)
di Franca Di Lecce
La strage del 3 ottobre di un anno fa, in cui persero la vita 366 persone, è stata commemorata con diverse iniziative, non solo a Lampedusa ma in numerose città italiane ed europee. Ma Lampedusa, l’isola eternamente sospesa tra isolamento e sovraesposizione mediatica, da periferia ultima ed estrema è diventata ormai il centro del mondo.
E non è un caso se quest’anno la giuria della 14a Mostra internazionale di architettura ha assegnato una menzione speciale a Intermundia, un progetto di ricerca che dà voce alle tragedie di Lampedusa, anche con una installazione che evoca la realtà di chi attraversa i confini del Mediterraneo da Sud a Nord, offrendo al visitatore un’esperienza sensoriale. Il visitatore si trova in una piccola stanza buia e claustrofobica per provare a vivere gli interminabili istanti del naufragio, reso con un suono assordante e una luce improvvisa e accecante.