Riceviamo e volentieri pubblichiamo queste riflessioni di Mario Campli sul numero di Confronti di settembre dedicato a religioni ed economia
Come abbonato e lettore della nostra rivista (durante il suo ricco percorso: COM, Com-Nuovi Tempi e poi Confronti) ci tengo ad esprimermi su questo numero, per la serietà dell’operazione culturale compiuta; non scontata e non semplice in questo tempo di sovrabbondante concitazione sulle problematiche economiche e sul ritornato ruolo delle religioni. Ecco, quindi, il motivo prioritario per cui tengo ad intervenire: il Quaderno è un utile abbecedario su ambedue i termini della relazione. Dopo aver ascoltato anche le relazioni (nel corso della presentazione che si è tenuta il 23 ottobre al Salone dell’editoria sociale di Roma), la mia lettura del Quaderno parte, volutamente ed esplicitamente, da questo interrogativo: «È possibile un cambiamento della cultura economica?» ( titolo del saggio di Roberto Schiattarella).
Caro direttore, partire da qui richiede un approccio analitico (necessario, per chi parla di economia) e non ideologico (doveroso, per chi parla di religione) e responsabile, nel senso di rispondere a chi legge o ascolta o con te riflette e si interroga con la tensione del cambiamento. Spesso, al contrario, ho la sensazione che proprio il critico radicale non abbia questo obiettivo, o lo abbia ormai accantonato.
liberismo
«Uscire dal pensiero unico neoliberale è l’unica uscita giusta dalla crisi europea». Questo il titolo del manifesto approvato a Buizingen, nelle Fiandre, a conclusione del IX Incontro europeo delle Cdb che si è svolto dal 19 al 21 settembre e ha visto al presenza di un centinaio di persone provenienti da Austria, Germania, Francia, Belgio (Fiandre e Vallonia), Svizzera, Italia e Spagna (Aragona, Andalusia, Paese Basco).
«Il Vangelo ci farà liberi» è il tema del nostro IX Inconto europeo delle Cdb. Sollecitati dalla questa verità, pensiamo che il neoliberismo e il pensiero unico, come forme moderne del capitalismo, sono all’origine dell’impoverimento e della morte di milioni di persone e dello stesso pianeta, precisamente nel giorno nel quale milioni di persone si mobilitano per ricordare ai governi la nostra responsabilità nel cambiamento del clima.
«L’attuale sistema economico è ingiusto e, nella sua radice, uccide», afferma papa Francesco. «Quando sono scosse le fondamenta, il giusto che cosa può fare?» (salmo 11). «Non si opprimeranno gli uni gli altri» (Levitico, 25).
Il pensiero unico stabilito dal Sistema è responsabile di gran parte dei mali della gente. Nel 1995 Ignacio Ramonet lo definì come «…una visione sociale, una ideologia che si pretende esclusiva, naturale, non discutibile, e che sostiene – tra le altre – queste tesi: (segue all’interno)