di Luigi Rigazzi
Per raccontare la tragedia umana del Professore Don Ernesto Buonaiuti (Roma, 1881-1946), scomunicato con la formula: nominatim excommunicatus et expresse vitandus, cioè dichiarato dalla Chiesa uomo inavvicinabile, voglio iniziare dalla fine. Don Ernesto Buonaiuti, professore ordinario di Storia del cristianesimo all’Università La Sapienza di Roma, più volte ammonito e scomunicato, nonostante il Concordato tra Stato e Chiesa del 1929 non aveva perso la cattedra, perché lo scellerato Art 5 del concordato Lateranense non era retroattivo, per espresso volere di Mussolini, ma la perse nel 1931 assieme ad altri 18 docenti che non vollero prestare giuramento al fascismo in osservanza del regio decreto n. 1227 del 28 agosto 1931. È bene ricordare questi grandi antifascisti dimenticati, molti dei quali come il Buonaiuti fecero una vita di stenti, sostenuti e aiutati alle volte dagli amici o dai parenti.
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Luigi Rigazzi
di Luigi Rigazzi
Occuparsi del genocidio del popolo armeno – a un secolo dalla tragedia immane che si è perpetrata ai confini della nostra realtà europea – è una necessità non meno dell’interesse di documentare e fare memoria che ha mosso gli studiosi e l’opinione pubblica nei confronti della Sho’à. In particolare è sentito come dovere dalla redazione della rivista Qol, che da trent’anni si occupa di ebraismo e dello sterminio degli ebrei: un modo di allargare l’orizzonte della sua ricerca e soprattutto di sensibilizzare l’opinione pubblica sia italiana che internazionale sull’argomento, ancora poco conosciuto e studiato.