Sono passati dieci anni da quando è iniziata l’avventura di Mediterranean Hope, il programma per rifugiati e migranti della Federazione delle Chiese evangeliche inItalia (Fcei). Una tappa importante e inaspettata, un percorso denso di traguardi raggiunti e con tanta strada davanti ancora da percorrere.
migranti
Un recente rapporto del Pew Research Center indaga sul rapporto tra (non) appartenenza religiosa e migrazione in un contesto in cui il fenomeno migratorio rimane una tendenza stabilmente in crescita in tutto il mondo.
Made in Immigritaly: terre, colture, culture è il primo rapporto nazionale, curato dal Centro Studi Confronti e commissionato dalla Fai-Cisl, che studia e mette in luce l’apporto del lavoro immigrato nel settore agroalimentare italiano, comparto strategico della produzione Made in Italy per la sua eccellenza riconosciuta a livello internazionale.
Nonostante molti media e certa politica continuino a riferirsi al fenomeno migratorio in termini di “invasione” di “religioni straniere” ritenute oltretutto “incompatibili” con la cultura cristiana occidentale, la fotografia elaborata nell’edizione 2023 del Dossier statistico immigrazione ci racconta invece di una situazione in linea con quanto osservato negli anni precedenti pur con qualche variazione.
Se in politica chi abbaia di più sui migranti è elettoralmente premiato e se l’opinione pubblica si dice addolorata di fronte alle stragi in mare (per poi autoassolversi abbastanza velocemente), da che parte si collocano le Chiese occidentali in questa situazione di insensibilità morale?
Per i migranti che transitano sulla “Rotta balcanica”, l’Albania rappresenta un punto di transito pressoché inevitabile. E se la maggioranza di loro cerca un “passaggio a Nord”, alcuni di loro hanno iniziato a presentare domanda di asilo nel Paese dell’aquila bicipite.
A un anno dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina il fronte delle ostilità coinvolge anche le religioni. L’Institute for Religious Freedom – un ente di ricerca indipendente con sede a Kiev – mette in guardia su danneggiamenti e distruzioni arbitrarie operate dall’Esercito russo nei confronti dei luoghi di culto di ogni confessione in Ucraina. Il rischio è che il patrimonio storico e spirituale del Paese subisca dei danni irreparabili.
A un anno dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina il fronte delle ostilità coinvolge anche le religioni. L’Institute for Religious Freedom – un ente di ricerca indipendente con sede a Kiev – mette in guardia su danneggiamenti e distruzioni arbitrarie operate dall’Esercito russo nei confronti dei luoghi di culto di ogni confessione in Ucraina. Il rischio è che il patrimonio storico e spirituale del Paese subisca dei danni irreparabili.
A quarant’anni dalla morte di Ernesto Guevara assistiamo all’impallidimento del suo mito. Proprio il “Che” che fu il vessillo di tutte quelle persone (soprattutto giovani) che avrebbero potuto avere una vita facile e scelsero di
combattere per liberare i loro Paesi dai malefici influssi e interessi del capitalismo occidentale ma anche del dispotismo orientale.
Nell’edizione 2022 del Dossier statistico immigrazione, recentemente pubblicato e redatto dal Centro studi e ricerche Idos in collaborazione con Confronti, e l’Istituto di studi politici “San Pio
V”, si delinea una mappa della distribuzione della popolazione straniera in base alla tradizione religiosa di riferimento in linea con gli anni precedenti: segno che il nuovo pluralismo religioso in Italia è ormai una realtà ben consolidata.