di Corallina Lopez Curzi (Coalizione italiana Libertà e diritti civili – Cild)
Come in Europa la crisi dei rifugiati sta mettendo alla prova l’idea di Unione, così in Italia le seconde generazioni rivoluzionano il concetto di identità nazionale. La difficile questione del riconoscimento della cittadinanza.
L’Italia, storicamente terra di emigrazione, è diventata sempre più, a partire già dalla fine degli anni ’80, un paese di accoglienza. O forse sarebbe più corretto dire un paese di ricezione, dato che l’accoglienza non sempre s’è fatta. In ogni caso, decenni di immigrazione verso il nostro paese hanno ovviamente avuto effetti profondi sulla composizione della società italiana: stando agli ultimi dati Istat, gli stranieri in Italia sono oggi più di 5 milioni e rappresentano quasi il 9% della popolazione totale: un numero in continua crescita. Di questi milioni di stranieri residenti in Italia, un quinto (stando ai dati riportati nel Dossier 2015 sui minori stranieri del Programma Integra) sono minorenni – moltissimi dei quali nati nel nostro paese, o comunque giunti qui in tenerissima età.
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