intervista di Claudio Paravati a Nadia Urbinati (docente di Teoria politica alla Columbia University di New York e giornalista)
Più che il linguaggio e i modi volgari di Trump, su cui si sono focalizzati i media, il pericolo maggiore viene dalla concentrazione di tutto il potere – Camera, Senato, Presidenza e Corte suprema – nelle mani dei repubblicani.
Nadia Urbinati
Proseguono le polemiche sulla proposta di legge sulla cittadinanza ai nati in Italia sostenuta dal ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge. Urbinati insegna Scienze politiche alla Columbia University di New York e per Laterza ha appena pubblicato «La mutazione antiegualitaria. Intervista sullo stato della democrazia».
Si scrive in abbondanza sulla strana maggioranza che governa il nostro paese dopo le ultime consultazioni elettorali. La politica dell’impunità di Berlusconi (che il Pdl cerca di attuare con l’appoggio addirittura del suo avversario storico, il Pd) è il segno massimo della mostruosità di questo connubio. Ma la stranezza si manifesta anche su altre questioni, per esempio quella dell’inclusione nella cittadinanza dei figli degli immigrati nati in Italia. Qui la distanza tra Pdl e Pd è perfino più radicale. Infatti mentre sull’impunità di Berlusconi il tema del contendere è la legalità (una cosa che in una buona democrazia dovrebbe unire destra e sinistra), sull’inclusione la differenza è tutta politica e ideologica. E la contraddizione insita in quest’alleanza è irrisolvibile.