di Michele Lipori. Redazione Confronti. Dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel 2022, l’opinione pubblica in Finlandia e in Svezia si è espressa per…
Nato
di Maurizio Simoncelli. Vicepresidente e cofondatore dell’Istituto di ricerche internazionali Archivio disarmo – Iriad. Erano le 8,16 del 6 agosto 1945 quando…
di Sofia Basso. Giornalista, ricercatrice dell’Unità Investigativa Greenpeace Archiviata la stagione dei misteri di Stato, nella politica italiana rimane un grande “non…
Noi rappresentanti di movimenti, associazioni e gruppi del mondo della pace e della nonviolenza siamo preoccupati delle pressioni esercitate sul nostro governo perché assuma un ruolo guida nell’intervento militare in Libia a fianco di altre potenze occidentali. Il Presidente del Consiglio ha detto che “non è in programma una missione militare italiana in Libia”. Ne prendiamo atto. Ma i problemi restano: – il contrasto all’espansione del terrorismo del sedicente Stato islamico; – una minaccia alla sicurezza del nostro paese; – la stabilizzazione della nazione nordafricana. La guerra non è il mezzo adeguato per sconfiggere il terrorismo né tantomeno per portare stabilità alla Libia. Basterebbe guardare alla storia di questi ultimi anni per capire che gli interventi militari non hanno risolto i problemi, li hanno invece aggravati.