Con “ucronia” si intende la costruzione da parte degli scrittori di un mondo alternativo a quello che la Storia ci ha consegnato e prende forma per dare una risposta alla domanda «che mondo avremmo avuto se alcune condizioni ovvero determinati eventi non si fossero realizzati?»
pace
I leader mondiali che stanno alimentando le guerre condividono con Donald Trump una visione del mondo che si basa su governi guidati da “uomini forti”, su governi aggressivi all’interno dei propri Paesi per tacitare le opposizioni e le minoranze, su una costante militarizzazione e soprattutto su relazioni internazionali basate esclusivamente su rapporti di forza. Una visione che ha pesanti conseguenze sulla conservazione della pace a livello globale.
Se nella guerra tra Hamas e Israele la questione più urgente concerne gli interventi umanitari volti ad assistere la popolazione di Gaza, sono molti i nodi ancora irrisolti, tra cui le trattative per la riconsegna degli ostaggi e come procedere per una trattativa di cessate-il-fuoco.Ma, quando cesseranno le ostilità, sarà possibile trovare una risoluzione equa e a lungo termine del conflitto?
Dall’attacco del 7 ottobre scorso a Israele da parte di Hamas, che ha scaturito una controffensiva enorme di Israele e un conflitto che sta generando decine di migliaia di morti, si sono pronunciate troppe certezze e sono state pronunciate troppe parole d’odio, talvolta ammantate da parole nobilitanti come “verità”, “giustizia “, “pace”.
Il conflitto militare avviato il 7 ottobre 2023 dall’attacco del Movimento di resistenza islamico (Hamas) contro lo Stato ebraico, tra i molti altri e anche più gravi effetti, quello di diminuire sensibilmente in quelle zone, e quasi azzerarla, la presenza cristiana.
La ripresa del conflitto israelopalestinese dal 7 ottobre scorso s’innnesta in una spirale di odi e risentimenti reciproci che sta infettando le vocazioni autentiche dell’ebraismo e dell’islam. Oltre al numero enorme di vittime, feriti e sfollati, il suo lascito malato è l’ulteriore benzina fornita ai fondamentalisti delle due parti, idolatri rabbiosi votati alla narrativa della paura e della violenza sistematica.
Intervistiamo Wasim Almasri, palestinese, direttore dei programmi dell’Alleanza per la pace in Medio Oriente (Allmep), una coalizione di oltre 170 organizzazioni che mirano alla cooperazione interpersonale, all’uguaglianza, alla società condivisa, alla comprensione reciproca e alla pace tra le loro comunità.
Le proteste nei campus statunitensi stanno mettendo in evidenza le diverse spaccature della società americana. Una situazione le cui conseguenze potrebbero riverberarsi sulla tornata elettorale di novembre.
Oltre il dolore, la speranza congiunta di palestinesi e israeliani
Ogni anno, le organizzazioni Combatants For Peace e dal Parents Circle-Families Forum organizzano una cerimonia congiunta israelo-palestinese con l’intento di dare un’opportunità – pressoché unica – per israeliani e palestinesi di piangere insieme ed essere uniti nel chiedere la fine dello spargimento di sangue.
La guerra tra Russia e Ucraina si sta prolungando oltre ogni aspettativa ed è chiaro ormai a tutti che essa non avrà un chiaro vincitore ma ad un certo puntovi sarà un cessate il fuoco e le due comunità ricominceranno a convivere in una situazione ancora più difficile rispetto al passato. Ma come sarà possibile realizzare tale convivenza?