Se nella guerra tra Hamas e Israele la questione più urgente concerne gli interventi umanitari volti ad assistere la popolazione di Gaza, sono molti i nodi ancora irrisolti, tra cui le trattative per la riconsegna degli ostaggi e come procedere per una trattativa di cessate-il-fuoco.Ma, quando cesseranno le ostilità, sarà possibile trovare una risoluzione equa e a lungo termine del conflitto?
palestinesi
Dall’attacco del 7 ottobre scorso a Israele da parte di Hamas, che ha scaturito una controffensiva enorme di Israele e un conflitto che sta generando decine di migliaia di morti, si sono pronunciate troppe certezze e sono state pronunciate troppe parole d’odio, talvolta ammantate da parole nobilitanti come “verità”, “giustizia “, “pace”.
Il conflitto militare avviato il 7 ottobre 2023 dall’attacco del Movimento di resistenza islamico (Hamas) contro lo Stato ebraico, tra i molti altri e anche più gravi effetti, quello di diminuire sensibilmente in quelle zone, e quasi azzerarla, la presenza cristiana.
La ripresa del conflitto israelopalestinese dal 7 ottobre scorso s’innnesta in una spirale di odi e risentimenti reciproci che sta infettando le vocazioni autentiche dell’ebraismo e dell’islam. Oltre al numero enorme di vittime, feriti e sfollati, il suo lascito malato è l’ulteriore benzina fornita ai fondamentalisti delle due parti, idolatri rabbiosi votati alla narrativa della paura e della violenza sistematica.
Intervistiamo Wasim Almasri, palestinese, direttore dei programmi dell’Alleanza per la pace in Medio Oriente (Allmep), una coalizione di oltre 170 organizzazioni che mirano alla cooperazione interpersonale, all’uguaglianza, alla società condivisa, alla comprensione reciproca e alla pace tra le loro comunità.
Le proteste nei campus statunitensi stanno mettendo in evidenza le diverse spaccature della società americana. Una situazione le cui conseguenze potrebbero riverberarsi sulla tornata elettorale di novembre.
Oltre il dolore, la speranza congiunta di palestinesi e israeliani
Ogni anno, le organizzazioni Combatants For Peace e dal Parents Circle-Families Forum organizzano una cerimonia congiunta israelo-palestinese con l’intento di dare un’opportunità – pressoché unica – per israeliani e palestinesi di piangere insieme ed essere uniti nel chiedere la fine dello spargimento di sangue.
Il presidente statunitense ha presentato un “piano” che dovrebbe finalmente risolvere il conflitto israelo-palestinese, garantendo alle due parti pace e benessere. I palestinesi lo hanno respinto perché renderebbe il loro paese un Bantustan. Quale ruolo per Onu, Usa, Russia, Unione europea e Paesi arabi?
di Giorgio Gomel. Economista, è membro dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), del Comitato direttivo di Jcall-Italia e dell’organizzazione Alliance for Middle East Peace «Essere un…
Le critiche più importanti alla “Legge Fondamentale” presentata recentemente alla Knesset col nome “Israel as the Nation State of the Jewish People” (approvata il 18 luglio 2018) è che nell’affermare i principi ebraici non garantisca l’uguaglianza alle minoranze (cittadini d’Israele), in primis quella araba.
- 1
- 2