di Luigi Sandri
L’Assemblea del Sinodo dei vescovi dedicata alla famiglia, su input di Francesco, ha affrontato con ardimento anche i problemi più acuti, come la comunione ai divorziati e l’accettazione delle unioni omosessuali. E, su questi temi, si è divisa. Le decisioni sono rinviate al 2015. Ma, forse, infine sarà necessario un nuovo Concilio. Da Sinodo a Sinodo, con l’intermezzo di un anno durante il quale potrebbero sfiorire o, grazie al «popolo di Dio», venire a piena maturazione incisive riforme sulla pastorale della famiglia. Questa, ci sembra, la singolare situazione venuta a crearsi dopo l’Assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi che dal 5 al 19 ottobre ha riflettuto su «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». Infatti, con una inedita e appassionante stagione di dialogo, per dodici mesi la Chiesa cattolica romana nella sua globalità – con le 114 Conferenze episcopali e le diocesi e l’atteso coinvolgimento delle varie comunità, parrocchiali o meno, e di tutta la gente che voglia parteciparvi – potrebbe approfondire la Relatio Synodi, così che l’Assemblea ordinaria del Sinodo del 2015, anch’essa consultiva, e anch’essa dedicata alla famiglia, possa offrire a papa Francesco le sue proposte sul tema affrontato.
(vignetta di don Giovanni Berti – www.gioba.it)
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