di Massimo Rubboli. Storico, già professore di Storia dell’America del Nord alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Genova La storia dei…
religione
di Giovanna Mozzillo. Scrittrice Dunque, ecco la domanda: la religione è, o non è, strumento di pace? Domanda a cui la risposta…
di Luciana Borsatti. Giornalista e scrittrice La protesta di un gruppo di religiosi estremisti contro la chiusura dei santuari di Qom e Mashad è…
di Paolo Naso. Docente di Scienza politica all’Università Sapienza di Roma, Coordinatore di Mediterranean Hope della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia…
di Gianantonio Ricci. Educatore e progettista sociale-ambientale. Era il gennaio del 1975 quando, leggendo una sua intervista, seppi dell’esistenza del poeta Ernesto…
di Fulvio Ferrario. Professore di Teologia sistematica e Decano della Facoltà valdese di teologia di Roma. La sensibilità culturale e l’apertura ecumenica…
Gli ultimi saranno − Laboratori creativi e buone pratiche in carcere
“Gli ultimi saranno” è un progetto che comincia nel dicembre 2018 e si articola in una serie di incontri in carcere, che prevede la partecipazione attiva di tutte le persone presenti.
Nella società occidentale, sono molte le persone a provare diffidenza e disagio quando si tratta di parlare di Dio e della religione. Queste parole sembrano provocare una reazione negativa nella società europea. Il che è completamente l’opposto di ciò che succede tra le popolazioni africane, dove le persone parlano di Dio ampiamente e sovente.
La tradizione ebraica considera gli animali esseri senzienti, dotati di un’anima. Perciò viene più volte riaffermato il principio di evitare, se possibile, di provocar loro dolore. I grandi leader biblici furono pastori e quella fu la loro “palestra” per guidare il popolo. La sfida è di confrontarsi con chi, umano o animale, non ha voce e non ha potere di opporsi.
Nel suo ultimo libro “La città post-secolare. Il nuovo dibattito sulla secolarizzazione”, Paolo Costa ha l’obiettivo di stilare una collezione di idee che favoriscano una discussione meno polarizzata su questioni quali il multiculturalismo o la laicità dello Stato. Rendere la laicità un feticcio non è una mossa intelligente, nemmeno per chi la difende.