Un documento molto pensato e politicamente utile, nato in seno alla recente edizione della International Summer School on Religions (che si è tenuta a San Gimignano dal 24 al 27 agosto 2016).
religioni
Religione/religioni
Firenze, 12 novembre 2016 – Sala della Cassa di Risparmio
di Claudio Paravati
Come ogni settembre, Confronti si presenta in veste di numero speciale monografico. Il tema di quest’anno è “Religioni e politica nell’Europa post-secolare”. All’interno: la presentazione del direttore e il link con il sommario degli articoli e un “assaggio” del numero.
La Giornata di riflessione sullo stato di salute delle riviste che si occupano di religioni promossa dal Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo/CISRECO, sostenuta e ospitata dal Comune di Peccioli il 7 giugno scorso, si è trasformata in un simposio di grande afflato civile fra un nutrito, appassionato e ispirato manipolo di giornalisti e studiosi che da anni lavorano sui mezzi di informazione e/o studiano a fondo le mille sfaccettature del religioso nel mondo contemporaneo globalizzato.
“Dio odia le donne” di Giuliana Sgrena Il Saggiatore, 2016 204 pagine, 18 euro di Stefania Sarallo Secondo la giornalista Giuliana Sgrena,…
venerdì 15 aprile ore 20 saluti e introduzione Alessandra Trotta sabato 16 aprile 9,30 – 10,30 L’incognita post-secolare Paolo Naso Luigi…
Giornata del dialogo cristiano-islamico. Riscoprire le radici comuni di pace
di Michele Lipori
Si è tenuta il 27 ottobre, come ogni anno, la Giornata del dialogo cristiano-islamico. «Islam e cristianesimo – si leggeva nell’appello per la XIV edizione – sono religioni di pace. E per costruire un mondo di pace c’è bisogno che le due religioni mondiali maggioritarie sappiano riscoprire le comuni radici di pace in tutte le loro molteplici declinazioni».
«Cristiani e musulmani: dall’accoglienza alla convivenza pacifica», questo il tema scelto per la XIV Giornata del dialogo cristiano-islamico che, come di consueto, si costituisce di diversi eventi, incontri, dibattiti e conferenze al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica ai temi del dialogo interreligioso. In particolare, in un momento storico sempre più caratterizzato dalla paura e il sospetto nei confronti dell’«altro» i media hanno il dovere di rendere un servizio ai cittadini, fornendo degli strumenti di conoscenza che vadano oltre facili stereotipi e stigmatizzazioni.
di Marisa Patulli Trythall
Quasi tutti gli articoli del dossier «Religioni ed economia» (pubblicato da Confronti nel settembre scorso) hanno suscitato in me commenti, pensieri, ricordi, curiosità, interesse per un’esposizione particolare, originale, del tema trattato e mi sono interrogata a lungo sul tipo di approccio che avrei personalmente utilizzato o che avrei desiderato leggere. Ho certamente apprezzato la presentazione, che tratteggia molto efficacemente il globale senso di disorientamento che, forse, in tutto il mondo si prova. Certamente ciascuno in modi, intensità e condizioni socio-economiche diverse. Si parla di «religioni che vogliono valere» e di sistemi economici che producono «valore». Viene lanciato insomma un macigno in uno stagno, imbevendo tutti coloro che lo leggono, lo ascoltano e osservano, di una pioggia di significati, di termini politici, economici, religiosi che coprono l’arco della storia a noi nota.
Scegliamo bene i paletti. Una replica a Ernesto Galli della Loggia
di Franco Cardini
Il mio caro e vecchio amico Ernesto Galli della Loggia – «collega, e ciononostante amico», come usiamo dire all’Università –, ha pubblicato il 7 ottobre scorso su Il Corriere della Sera «Religioni e paletti. Il difficile rapporto con l’Islam», una lunga messa a punto di quella che potremmo ormai definire la «questione islamica»…
Riceviamo e volentieri pubblichiamo queste riflessioni di Mario Campli sul numero di Confronti di settembre dedicato a religioni ed economia
Come abbonato e lettore della nostra rivista (durante il suo ricco percorso: COM, Com-Nuovi Tempi e poi Confronti) ci tengo ad esprimermi su questo numero, per la serietà dell’operazione culturale compiuta; non scontata e non semplice in questo tempo di sovrabbondante concitazione sulle problematiche economiche e sul ritornato ruolo delle religioni. Ecco, quindi, il motivo prioritario per cui tengo ad intervenire: il Quaderno è un utile abbecedario su ambedue i termini della relazione. Dopo aver ascoltato anche le relazioni (nel corso della presentazione che si è tenuta il 23 ottobre al Salone dell’editoria sociale di Roma), la mia lettura del Quaderno parte, volutamente ed esplicitamente, da questo interrogativo: «È possibile un cambiamento della cultura economica?» ( titolo del saggio di Roberto Schiattarella).
Caro direttore, partire da qui richiede un approccio analitico (necessario, per chi parla di economia) e non ideologico (doveroso, per chi parla di religione) e responsabile, nel senso di rispondere a chi legge o ascolta o con te riflette e si interroga con la tensione del cambiamento. Spesso, al contrario, ho la sensazione che proprio il critico radicale non abbia questo obiettivo, o lo abbia ormai accantonato.