La scorsa settimana avevamo sottoscritto con convinzione il comunicato stampa di varie associazioni del terzo settore che denunciava con grande preoccupazione che la Questura di Roma, dal 21 settembre 2016, non accettava le domande di protezione internazionale da parte dei profughi…
rifugiati
di Massimo Gnone (referente nazionale area migranti Diaconia valdese – Csd)
La Diaconia valdese, Oxfam Italia e Borderline Sicilia hanno presentato il progetto “Open Europe”, che comprende un’unità mobile e una piccola accoglienza per i casi più vulnerabili a Pachino, in collaborazione con la Chiesa valdese locale e con il sostegno dell’Otto per mille valdese.
di Bruna Iacopino
Via Cupa è una stradina minuscola a due passi dalla stazione Tiburtina, a Roma. Se guardi intorno tra la tangenziale, la stazione e l’immenso cimitero del Verano, quasi scompare, sommersa dal traffico caotico di una città che non dorme mai. Eppure si apre in un grande sorriso di fronte ad ogni straniero che incontra. Il sorriso è quello dei volontari del Baobab, gli stessi che lo scorso anno sono rimbalzati agli onori delle cronache per aver gestito in maniera autonoma ma efficace, contando sulla solidarietà di cittadini e associazioni, quella che stava assumendo i tratti di una vera e propria emergenza umanitaria: le migliaia di persone arrivate a Roma dopo un viaggio della speranza e accalcate ai margini della stazione Tiburtina nel tentativo di prendere un treno per approdare al Nord Europa.
di Maria Paola Nanni
(Centro studi e ricerche Idos)
Le contraddizioni e le inefficienze del meccanismo previsto dal Regolamento Dublino. Le norme dell’Ue in materia di diritto d’asilo sono del tutto inadeguate a fronteggiare la crisi in corso e a garantire accoglienza e tutela a chi fugge in cerca di protezione.
L’eccezionale afflusso di persone in fuga, in cerca di sicurezza e protezione, che preme ai confini dell’Unione europea e attraversa i suoi territori, lungo rotte continuamente ridefinite dagli stessi indirizzi di governo dei paesi interessati (sbarrate da reti metalliche e filo spinato e poi ri-avviate da passaggi che ora si aprono ora si chiudono, sulla falsariga dei delicati equilibri politici dell’eurozona), sta segnando un’epoca, la nostra. Ma di che segno si tratta?
Senza dubbio, siamo di fronte a uno scenario “inedito”, tanto in termini qualitativi che quantitativi, che chiama le istituzioni nazionali e comunitarie a una sfida che, però, si trascina ormai da anni, spostandosi nei suoi risvolti più drammatici da una frontiera all’altra, da un muro all’altro, da Lampedusa a Ventimiglia, da Lesbo a Idomeni. E questo senza che nel frattempo si siano sviluppate risposte adeguate ed efficaci, a partire dal piano normativo e dalla sua fondamentale funzione di regolazione.
di Daniela Mazzarella
Roma, 29 febbraio: in una sala del terminal 5 dell’aeroporto di Fiumicino si respira un’aria di felicità. Commozione e gioia hanno accolto 24 famiglie siriane con visto per motivi umanitari; 93 persone, di cui 41 bambini, hanno potuto lasciare il campo profughi libanese di Tel Abbas e raggiungere l’Italia con un regolare volo di linea.
Tutto questo è il frutto di mesi di lavoro e del progetto pilota dei corridoi umanitari promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Tavola valdese, in accordo con i Ministeri degli Esteri e dell’Interno.
Si tratta di un progetto-pilota, il primo di questo genere in Europa, che ha come principali obiettivi quello di evitare i drammatici e rischiosi viaggi con i barconi nel Mediterraneo, quello di impedire lo sfruttamento dei trafficanti di uomini che fanno affari con chi fugge dalle guerre e quello di concedere a persone in “condizioni di vulnerabilità” (ad esempio, oltre a vittime di persecuzioni, torture e violenze, anche famiglie con bambini, anziani, malati, persone con disabilità) un ingresso legale sul territorio italiano
di Ugo Melchionda (presidente del Centro studi e ricerche Idos)
Che ne è dell’accordo di Schengen, uno dei cardini della Costituzione dell’Unione europea, che prevede(va) la libera circolazione dei cittadini europei dal suo punto più a nord (Nuorgam, Finlandia) al suo punto più a sud (Akrotiri, Cipro) e dal suo punto più a ovest (Fajã Grande, Azzorre, Portogallo) al suo punto più a est (Ayia Napa, Cipro)?
Negli ultimi mesi abbiamo assistito e stiamo ancora assistendo ad un effetto domino che sembra inarrestabile: la Svezia ha ripristinato i controlli alla frontiera con la Danimarca, che a sua volta ha reintrodotto i controlli ai confini con la Germania; questa ha introdotto controlli ai confini con l’Austria, che ha chiuso le frontiere e sospeso i treni di migranti provenienti da Ungheria; quest’ultima ha costruito un muro al confine con la Slovenia; la quale, riportano i media, sta valutando l’idea di munirsi di barriere protettive sul confine con la Croazia; paese con il quale l’Italia è allertata (da zelanti giornalisti) a chiudere le frontiere, mentre la Francia, che aveva già temporaneamente ripristinato più volte i controlli alla frontiera con l’Italia sembra pronta a rifarlo al minimo cenno di crisi. Per non parlare della Gran Bretagna.
“Illuminare le periferie del mondo”. Una rete per accendere le realtà oscurate
Roma 18 dicembre 2015, ore 15, Federazione nazionale della stampa italiana
corso Vittorio Emanuele II, 349 (Roma)
In concomitanza con la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, la sala “Walter Tobagi” della Fnsi ospita la presentazione del sito www.illuminareleperiferie.it, lo strumento scelto dalla rete delle associazioni che aderiscono al progetto “Illuminare le periferie del mondo” per dare luce e voce alle storie troppo spesso ignorate dall’informazione mainstream.
Il sito sarà il luogo dove descrivere la geografia degli oscuramenti, dove riflettere su nuovi modelli di società e di informazione e dove dare ai fatti, alle realtà, alle campagne e ai temi trascurati dei media generalisti la visibilità che meritano. Sarà dunque il contenitore delle iniziative promosse dalle associazioni che aderiscono al progetto; un progetto che si alimenterà del lavoro sul campo di ognuna delle organizzazioni promotrici.
Dossier Immigrazione: quando i dati smontano i luoghi comuni
di Franco Pittau, del Centro Studi e Ricerche IDOS
Molti gli aspetti, spesso controversi, analizzati dal Dossier Statistico Immigrazione 2015 realizzato dal Centro studi e ricerche Idos in partenariato con Confronti, la collaborazione dell’Unar e il sostegno dei fondi 8 per mille della Tavola valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi.
Nel 2014 i migranti nel mondo – 232 milioni nel 2013, secondo l’Onu – sono giunti probabilmente a sfiorare i 240 milioni, con un’incidenza superiore al 3% sulla popolazione mondiale.
In Italia la presenza straniera regolare residente ammonta a 5.014.437 (l’8,2% della popolazione residente). Il 59,4% degli immigrati vive al Nord, il 25,4% al Centro e il 15,2% nel meridione. Analizziamo qui alcune delle questioni chiave dell’immigrazione che sono state approfondite nel Dossier Statistico Immigrazione 2015.
Comunicato stampa Idos – Confronti
Si è tenuta il 29 ottobre a Roma, presso il Teatro Orione, la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2015, redatto dal Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con la rivista interreligiosa Confronti, in collaborazione con l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR), col sostegno dei fondi dell’Otto per mille della Chiesa Valdese – Unione delle chiese metodiste e valdesi. Moderati da Franco Pittau, presidente onorario di IDOS, e Claudio Paravati, direttore di Confronti, sono intervenuti al tavolo dei relatori: Eugenio Bernardini, Ugo Melchionda, Paolo Gentiloni, Rando Devole, Stefania Congia e mons. Matteo Zuppi.
«Con i suoi dati, il Dossier ci indica le criticità del fenomeno e ci invita alla riflessione: un bagno di realtà in mezzo a tante ideologie e comunicazioni provenienti dalla “pancia”», ha detto Eugenio Bernardini, moderatore della Tavola valdese, e ha aggiunto: «Importanti i dati che abbiamo sull’appartenenza religiosa degli immigrati: per la comprensione reciproca non possiamo fare a meno di analizzare e comprendere anche il dato religioso».
Giovedì 29 ottobre 2015 – ore 10.30
TEATRO ORIONE – Roma – Via Tortona, 7 (Metro A – Re di Roma)
intervengono: FRANCA BIONDELLI, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Politiche di integrazione* – EUGENIO BERNARDINI, moderatore della Tavola Valdese – PROIEZIONE DEL VIDEO: “Il Dossier Statistico Immigrazione 2015”, a cura di Rai News 24 – UGO MELCHIONDA, presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS – RANDO DEVOLE, sociologo albanese – S. E. MONS. MATTEO ZUPPI, vescovo ausiliare di Roma e incaricato delle migrazioni presso la Conferenza Episcopale Laziale – PAOLO GENTILONI, ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale – CLAUDIO PARAVATI, direttore della rivista Confronti – FRANCO PITTAU, coordinamento redazionale del Dossier
Presentazioni in contemporanea in tutte le Regioni e Province Autonome
Il Dossier verrà distribuito ai partecipanti fino ad esaurimento copie. Per i giornalisti sarà predisposta apposita documentazione