di Gianni Novelli (per Rinascita cristiana di Roma)
E così monsignor Oscar Romero ce l’ha fatta ad essere proclamato «martire della fede» e poi «beato»! Ci sono voluti trentacinque anni e un papa argentino per far dimenticare l’ostilità incontrata a Roma da vivo e farne riconoscere il martirio. Meno male che subito dopo il suo assassinio (24 marzo 1980) un grande vescovo brasiliano, don Pedro Casaldaliga, rivolse a lui, «San Romero d’America», una preghiera e scrisse «il popolo ti ha proclamato santo». A Roma un altro monsignore si univa ben presto a questa «canonizzazione» popolare. Era il direttore della Caritas romana Luigi Di Liegro che, con alcuni giovani, parrocchie, comunità e associazioni, iniziava ad onorare a Roma Oscar Romero «l’avvocato dei poveri», «la voce di chi non ha voce», «il simbolo dei martiri per la giustizia e la pace».
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