di Simone Uggeri. Esperto in Human Security ed Intelligence. Il Sistema d’informazione Schengen è una banca dati che aiuta le autorità dell’Ue…
Schengen
di Luca Di Sciullo (Centro studi e ricerche Idos)
Grazie al primo corridoio umanitario promosso dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e Sant’Egidio, centinaia di profughi hanno trovato accoglienza nel nostro paese.
I volti, finalmente. Quelli di una giovane mamma siriana e della sua bambina bisognosa di cure, atterrate a Fiumicino lo scorso 4 febbraio grazie al primo “corridoio umanitario” promosso in Italia dalla Federazione delle Chiese evangeliche e dalla Comunità di Sant’Egidio, con il sostegno, tra l’altro, dell’Otto per mille della Chiesa valdese, riservato a mille profughi in condizioni di vulnerabilità che si trovino in stati limitrofi a quelli di guerra, persecuzione, morte.
I volti, finalmente. Una carne e un incarnato. Tratti umani in cui cercarsi e possibilmente ritrovarsi, riconoscersi. Distinguersi, anche. Prendere le distanze, perfino. Distanze umane, però. È davvero troppo poco, una moneta uguale smerciata ai suoi quattro angoli, per fare identità.
di Ugo Melchionda (presidente del Centro studi e ricerche Idos)
Che ne è dell’accordo di Schengen, uno dei cardini della Costituzione dell’Unione europea, che prevede(va) la libera circolazione dei cittadini europei dal suo punto più a nord (Nuorgam, Finlandia) al suo punto più a sud (Akrotiri, Cipro) e dal suo punto più a ovest (Fajã Grande, Azzorre, Portogallo) al suo punto più a est (Ayia Napa, Cipro)?
Negli ultimi mesi abbiamo assistito e stiamo ancora assistendo ad un effetto domino che sembra inarrestabile: la Svezia ha ripristinato i controlli alla frontiera con la Danimarca, che a sua volta ha reintrodotto i controlli ai confini con la Germania; questa ha introdotto controlli ai confini con l’Austria, che ha chiuso le frontiere e sospeso i treni di migranti provenienti da Ungheria; quest’ultima ha costruito un muro al confine con la Slovenia; la quale, riportano i media, sta valutando l’idea di munirsi di barriere protettive sul confine con la Croazia; paese con il quale l’Italia è allertata (da zelanti giornalisti) a chiudere le frontiere, mentre la Francia, che aveva già temporaneamente ripristinato più volte i controlli alla frontiera con l’Italia sembra pronta a rifarlo al minimo cenno di crisi. Per non parlare della Gran Bretagna.