Alla “Vita in relazione: la bioetica si interroga” è dedicata la 5^ giornata della 51^ Sessione, venerdì 1 agosto. A confronto p. Sorin Bute (prete ortodosso e teologo, Dambovita, Romania) e Ylenia Goss (medico, Commissione bioetica Chiesa Valdese, Roma).
“La presentazione si propone di esaminare in modo sintetico, dalla prospettiva della teologia ortodossa, le questioni fondative della bioetica”, ha esordito p. Bute. “Oggi, il luogo fondamentale dell’agire profetico è l’etica, e con essa sempre più la bioetica, come etica della vita minacciata sempre di più dallo stesso ‘progresso’ unilaterale, orizzontale e immanente dell’uomo”. Questa etica della vita è chiamata a vegliare in modo profetico sul valore eterno della persona, e sulla vita dei più deboli che sono più spesso le vittime innocenti della superbia della odierna “cultura della morte.” La dimensione profetica dell’etica cristiana significa innanzitutto non essere conforme alla mondanità transeunte, ma conformarsi alla Parola eterna. “Nel distinguere il bene dal male così confusi nei loro confini per l’etica chiusa di fronte al trascendente, la bioetica cristiana – ha sottolineato il relatore – deve rivendicare la necessità di cambiare in maniera profetica il paradigma stesso dell’esistenza umana tenendo conto della sua verità integrale, divino – umana.
Segretariato attività ecumeniche
Lavori della sessione SAE 2014 – La vita in relazione: prospettive etiche
Il rumore delle armi, il sangue umano che intride la terra, il terrore che esplode sul volto dei piccoli pensavamo dovesse essere un ricordo lontano, cancellato dalle agende dei governanti, eliminato da regole civili del diritto internazionale. Invece no. Il martedì 29 luglio, nell’omelia della Messa per i convegnisti del SAE nella chiesa dell’Isituto Filippin di Paderno del Grappa, l’arcivescovo di Gorizia Carlo Roberto Maria Redaelli parlato dei cent’anni dell’inizio della I guerra mondiale. “Siamo ai piedi del monte Grappa, teatro di sanguinose battaglie” e tanti paesi furono completamente distrutti. Proprio ieri l’Arcivescovo ha indirizzato alla sua diocesi una lettera per rivisitare quegli anni tragici. Gorizia, tra il 1915 e il 1917 è stata al centro di ben 12 battaglie dell’Isonzo, il suo fiume. Una città che cento anni fa apparteneva all’impero austro-ungarico, perciò la guerra è iniziata nel 1914 e i suoi giovani sono partiti per il fronte russo. Una città che poi è stata profondamente ferita, spaccata in due dalla II guerra mondiale.
AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO (Levitico 19,18)
La vita in relazione: prospettive etiche
“Come le neuroscienze sfidano l’etica” è stato il tema oggetto di una seguitissima relazione tenuta nel pomeriggio di lunedì 28 luglio da p. Paolo Benanti (teologo morale, PUG, Roma). L’intervento ha inteso introdurre gli uditori alla neuroetica, una disciplina recente di grande attualità scientifica, che abbraccia due campi di studio distinti ma connessi: le neuroscienze dell’etica e l’etica della neuroscienza. La neuroscienza dell’etica si occupa di investigare, dal punto di vista del cervello, alcune nozioni e alcuni problemi tradizionali dell’etica e della psicologia morale. L’etica della neuroscienza invece si occupa di discutere da un punto di vista etico gli studi neuroscientifici e di fornire delle valutazioni etiche sulla produzione e uso delle neurotecnologie da essi derivate. Offrendo una sintesi di entrambi i temi, cercheremo di far emergere tutta una serie di domande che interpellano in maniera urgente la teologia morale.
AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO (Levitico 19,18)
La vita in relazione: prospettive etiche
La 51^ Sessione di Formazione Ecumenica si è aperta alle ore 8,30 di stamane, 27 luglio, all’Istituto Filippin di Paderno del Grappa con una riflessione biblica, in fedeltà alla scelta del S.A.E. di un dialogo a partire dalle radici ebraiche, effettuata da Mino Chamla (docente della Scuola Ebraica, Milano). Rileggere la vicenda di Noè, e in particolare il capitolo 9 della Genesi, apparentemente il più “appartato” e interlocutorio nell’ambito di quella vicenda – ha sottolineato Chamla -, porta diritto al cuore di ogni interrogazione possibile sulla fondazione dell’etica, in una prospettiva ebraica, certo, ma anche oltre – nell’ovvio presupposto, peraltro, che la prospettiva ebraica porti sempre, per il suo senso costitutivo, oltre se stessa. Non soltanto ci si fa incontro la tematica, spesso sottostimata e interpretata in modo un po’ minimalistico, delle Leggi di Noè, cioè i sette comandamenti universali, per tutte le genti, che i maestri della tradizione ebraica hanno “tratto” da questo testo – ma anche rinviando, com’è d’uso, ad altri versetti biblici o, in genere, ad altri luoghi dell’interpretazione.