di Giuliano Ligabue
Un ricordo di Simonetta Salacone scritto da un nostro redattore, che ha condiviso con lei una lunghissima e profonda amicizia. Impegnata per una vita sui temi della scuola, fino al 2010 Salacone era stata la direttrice scolastica delle elementari “Iqbal Masih” di Roma. Più volte ha scritto per Confronti articoli belli e appassionati sui mali della scuola italiana.
Simonetta Salacone
di Simonetta Salacone, già dirigente scolastica della scuola «Iqbal Masih» di Roma.
Cosa è possibile salvare e cosa è da rigettare nella legge di riforma chiamata dal governo «la buona scuola»? A questa domanda mi è difficile rispondere, poiché la legge n. 107 approvata dal Parlamento conserva tutti i difetti dell’impianto iniziale che ho già evidenziato (vedi Confronti 6/2015) e che sono poi quelli denunciati dalla stragrande maggioranza di docenti, personale amministrativo e dirigenti scolastici, studenti, nonché dalla parte più avvertita dei genitori e dei cittadini comuni sufficientemente informati e preoccupati per le sorti di un’istituzione fondamentale per la democrazia e lo sviluppo del paese. All’articolato sono state apportate alcune modifiche importanti, anche se non sostanziali, a seguito del dibattito parlamentare. Solo per fare alcuni esempi: è stato recuperato il ruolo del Collegio dei docenti nella predisposizione del Piano dell’offerta formativa (Pof) e quello del Consiglio di istituto nell’adozione dello stesso; è stata indicata una diversa destinazione delle somme che saranno versate dai privati, una parte delle quali andrà in un fondo che il Ministero redistribuirà alle scuole in base al bisogno; è stato ridotto il numero delle deleghe al governo.
di Simonetta Salacone (ex dirigente scolastica della scuola «Iqbal Masih» di Roma)
La riforma voluta dal governo Renzi attribuisce molto potere al dirigente scolastico, al quale verrà affidata la valutazione dei docenti, con tutti i prevedibili rischi di discrezionalità e di pressioni. Senza contare poi che questo favorirà la creazione di una forte competizione fra colleghi all’interno delle scuole. Lo «school bonus», inoltre, finirà ovviamente per favorire le scuole frequentate da alunni di famiglie benestanti. Sono molte poi le problematiche della scuola che non vengono affrontate da questo disegno di legge.
Il 19 maggio 2014 il ddl 2994 denominato «La buona scuola» ha concluso il suo iter alla Camera dei deputati, apprestandosi ad affrontare quello in Senato, dove il cammino sarà più in salita. Al di là delle critiche ai singoli articoli e nonostante le modifiche apportate durante il dibattito parlamentare, ciò che non convince è la filosofia che sta dietro il ddl. Viene infatti stravolto il modello di scuola disegnato dalla Costituzione, perché ai valori di inclusività e di uguaglianza si sostituisce la competizione fra scuole, docenti, alunni.
di Simonetta Salacone, dirigente scolastica di scuola primaria.
Parlamentari di vari partiti hanno ripresentato in questa legislatura il testo della proposta di legge di iniziativa popolare (su cui nel 2006 erano state raccolte 100mila firme) per riproporre i temi della cittadinanza, della laicità e della qualità del sistema educativo e di istruzione.
Nel 2006, con le firme di 100mila cittadini, veniva presentata una proposta di legge di iniziativa popolare «per una buona scuola per la Repubblica». Il dibattito sul sistema scolastico italiano, aperto da tempo, era diventato rovente a seguito degli interventi del ministro Moratti, con i quali il governo di centro-destra andava introducendo una visione «di mercato» che puntava a differenziare i percorsi degli alunni (la «personalizzazione») e a introdurre il privato nella scuola statale.
In questa direzione il ministro Gelmini avrebbe, negli anni successivi, apportato tagli ingentissimi ai finanziamenti alla sola scuola statale e avrebbe introdotto elementi di selezione meritocratica, in direzione di una visione antiegualitaria e quindi classista della società, adattando così la scuola alla svolta liberista impressa alle politiche mondiali.
( di Eliana Bouchard ) Dopo l’opera prima, lo splendido affresco storico «Louise. Canzone senza pause», ambientato nell’Europa delle guerre di religione, Eliana Bouchard affronta nel suo nuovo romanzo, «La mia unica amica», un tema completamente diverso: l’amicizia fra due bambine che nasce sui banchi di scuola, dura solo un anno scolastico, ma segna profondamente la vita di ambedue le protagoniste.
«Una buona scuola – sostiene Salacone, già dirigente scolastica della scuola “Iqbal Masih” di Roma e attualmente membro del coordinamento nazionale di…