di Goffredo Fofi. Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini. Ho abitato a lungo a Napoli, in particolare…
storia
di Enrico Campofreda. Giornalista e scrittore. Esistono modi più o meno ingombranti per entrare nella Storia, Recep Tayyip Erdoğan da tempo ne…
La teoria sociologico-statistica dei “sei gradi di separazione” funziona così: A conosce o incrocia B, che ha a che fare con C, che conosce D, che incrocia E eccetera, per non più di sei passaggi. I collegamenti che ciascuno e ciascuna di noi può scoprire attraverso questo “gioco” sono sorprendenti.
L’invenzione del colpevole. Il caso di Simonino da Trento, dalla propaganda alla storia
di Luigi Sandri. Redazione Confronti Anno Domini 1475. Il 23 marzo, giovedì santo, a Trento scompare un bambino, Simonino, figlio di un…
intervista a Massimo Rubboli (a cura di Claudio Paravati)
A cinque secoli esatti da quel 31 ottobre in cui Lutero dette l’avvio alla Riforma protestante, abbiamo intervistato lo storico Rubboli per affrontarne alcuni aspetti, tra cui la questione della “Riforma radicale”.
di Francesca Koch (presidente della Casa Internazionale delle Donne)
Un ricordo della storica Anna Rossi-Doria, l’esponente del movimento femminista scomparsa il 14 febbraio scorso.
Seminario di studi per i cento anni dalla nascita di Giorgio Spini
Passione storica, impegno civile, protestantesimo
Seminario di studi per i cento anni dalla nascita di Giorgio Spini
Roma, 19 ottobre 2016, ore 10-18
Sapienza – Università di Roma
di Michele Lipori
Negli ultimi giorni si è molto parlato, a ragione, del senso di far uscire il Mein Kampf di Adolf Hitler in edicola. Il dibattito scaturito ha visto fronteggiarsi chi era contrario all’operazione, giudicando la pubblicazione del libro «pericolosa di per sé» e chi era favorevole «in nome della libertà di opinione» e della diffusione del volume al pari di una qualsiasi altra produzione culturale. Proprio qui sta – a nostro avviso – il nodo della questione, ma analizziamo prima il contenuto dell’inserto.
Allegato al quotidiano c’era infatti una ristampa anastatica della terza edizione italiana del libro, uscita nel 1937 (quindi in piena epoca fascista) in un’edizione volutamente ridotta, poiché, si affermava nell’introduzione del tempo: «Un volume di tanta mole non è idoneo a quella vasta diffusione che merita (corsivo nostro) un’opera esponente il pensiero e lo spirito che informano la Germania moderna».
Digitalizzato l’archivio dell’Associazione Nazionale Docenti Universitari
Convegno nel centenario della nascita di Giorgio Spini, che ne fu fondatore
Venerdì 23 settembre, Aula Magna del Rettorato
intervista a Pupa Garribba, a cura di Claudio Paravati
In occasione del Giorno della Memoria, abbiamo intervistato Pupa Garribba, giornalista e storica collaboratrice di Confronti, testimone e intervistatrice della Shoah Foundation di Los Angeles.
Cosa vuole dire per te ricordare?
Per me ricordare ha un significato se c’è qualcuno disposto ad ascoltare. La mia esperienza è molto traumatica: finita la guerra, tornata dall’esilio svizzero – ero profuga – ho trovato, al mio rientro, un muro impenetrabile davanti a me. Nessuno voleva sapere. Questa impressione, di un’Italia che non voleva ascoltare e che non voleva fare i conti col proprio passato, è stata una ferita che non si è chiusa per molti anni.
Quando è cambiato qualcosa?
Quando nel 1990, in pieno periodo dei naziskin, una scuola – ancora non c’era il Giorno della Memoria – mi ha contatto per andare a raccontare la mia testimonianza presso il proprio istituto…
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