di Brunetto Salvarani (docente di Teologia della Missione e del Dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna)
teologia
di Fulvio Ferrario (professore di Teologia sistematica alla Facoltà valdese di teologia di Roma)
Il libro “Contro Lutero e il falso evangelo” scritto da Marco Vannini è – secondo il teologo Ferrario – un’antologia dei luoghi comuni accumulatisi in cinquecento anni, conditi da un odio viscerale nei confronti del riformatore.
di Brunetto Salvarani (docente di Teologia della Missione e del Dialogo presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna)
Un ricordo del teologo Christian Albini, scomparso il 9 gennaio.
di Daniele Garrone (professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese di teologia di Roma)
Di origini ebraiche, ma educato in una famiglia cattolica, il grande teologo e biblista Paolo De Benedetti – scomparso l’11 dicembre scorso – coltivò per tutta la vita le due anime della sua personalità, quella cristiana e quella della tradizione ebraica.
intervista a Harvey Cox (teologo statunitense, ministro della chiesa battista)
a cura di Serena Piovesan, sociologa
La controversa figura del presidente eletto Donald Trump produce divisioni anche all’interno del mondo protestante statunitense: anche nell’ala più di destra, non tutti lo hanno appoggiato.
di Brunetto Salvarani (teologo, saggista, direttore di Qol)
Lo scorso 12 maggio, parlando all’Unione Internazionale delle Superiore Generali, a una domanda sulla creazione di figure diaconali al femminile, papa Francesco ha risposto di voler costituire una commissione che studi la questione. Tanto è bastato per rilanciare non solo l’idea di ordinare delle donne in una Chiesa che, com’è noto, non le ammette a divenire presbitere, ma anche per rilanciare un dibattito sul loro ruolo complessivo: lo stesso Bergoglio, nell’occasione, ha ammesso che in ambito ecclesiale «è molto debole l’inserimento delle donne nei processi decisionali».
L’intervento è passato nell’opinione pubblica per il tema donne e diaconato: il che, ha evidenziato la presidentessa del Coordinamento teologhe italiane, Cristina Simonelli, mostra che i tanti rifiuti a discutere l’argomento nel mezzo secolo che ci separa dal Vaticano II non sono per nulla condivisi nella comunità ecclesiale. Non solo dalle donne, consacrate o no, ma anche da molti uomini.
Letizia Tomassone “Crisi ambientale ed etica. Un nuovo clima di giustizia” 136 pagine, 12,90 euro Claudiana, Torino 2015 di Valerio Pignatta La…
di Brunetto Salvarani (teologo, direttore di CEM Mondialità e di Qol – curatore del dossier “Religioni ed economia” assieme al direttore di Confronti, Claudio Paravati)
«Dovremo adattarci ad avere meno risorse. Meno soldi in tasca. Essere più poveri. Ecco la parola maledetta: povertà. Ma dovremo farci l’abitudine. Se il mondo occidentale andrà più piano, anche tutti noi dovremo rallentare. Proviamoci, con un po’ di storia alle spalle, con un po’ d’intelligenza e d’umanità davanti» (Edmondo Berselli, L’economia giusta, 2010).
La crisi finanziaria ed economica scoppiata nel 2008 e le successive difficoltà di quelle economie occidentali che fino a tempi recenti sembravano prosperare ci hanno costretto a riaprire un’agenda che sembrava definitivamente chiusa con la definitiva vittoria del capitalismo e la contestuale catastrofe dei sistemi del cosiddetto «socialismo reale». La cosa ha spinto fra l’altro diversi autori a mettere a tema le questioni economiche, la loro fragilità e il loro rapporto con i sistemi religiosi…
intervista a Daniele Garrone
(professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese di teologia di Roma)
«La Riforma si scostò dall’ostilità antiebraica basata sulle accuse agli ebrei di portare la peste, di rapire e uccidere bambini cristiani, di profanare ostie. Non diminuì, invece, l’avversione teologica all’ebraismo. La polemica di Lutero si sviluppò e crebbe di toni intorno al problema dell’interpretazione dell’Antico Testamento».
Abbiamo chiesto a Daniele Garrone, docente di Antico Testamento alla Facoltà valdese di teologia, di tracciare un ritratto di Mario Miegge, uno degli intellettuali valdesi più noti e acuti, scomparso il 19 marzo scorso.
È troppo presto per tracciare un bilancio dell’eredità di Mario Miegge. Ora è il tempo del vuoto per la perdita di un intellettuale fine e rigoroso; di un interlocutore pungente e sensibile al tempo stesso; di un appassionato sostenitore della sfera pubblica come luogo di interazione, nella polis, di discorsi volti alla ricerca di un migliore assetto della consociatio umana, sempre minacciata da tirannidi; di un valdese appassionato e critico; di un compagno di tante battaglie; per molti di noi, di un amico. La sua vita può essere innanzitutto descritta in base alle sue «scelte professionali», alla professione che proprio lui ci ha sempre ricordato essere «vocazione». Nato nel 1932, dopo la laurea all’Università di Roma La Sapienza, fu docente al liceo classico di Avezzano e all’Università di Urbino, per poi divenire professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Ferrara, che lasciò con il titolo di emerito. Qui fu, tra l’altro, tra i fondatori, e poi preside, della Facoltà di Magistero (ora «Lettere e filosofia»).