Il Politecnico di Torino, nell’ambito di Biennale Tecnologia 2024, ospita la mostra RITUALS / MATERIALS dal 18 aprile al 03 maggio 2024 nella Stanza Verde del Castello del Valentino, nell’ambito di Biennale Tecnologia 2024. La mostra, a cura di Eleonora D’Alessandro con Giulia Massenz e Daniele Campobenedetto, è un’occasione per riflettere sulla coesistenza tra le diverse comunità religiose nelle città contemporanee.
Torino
di Goffredo Fofi. Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini. In una Torino sessantottina si possono fare strani…
I “Fatti di Piazza Statuto” del 1962 durarono con alti e bassi tre giorni e due notti, richiamando l’attenzione del Paese su una realtà nuova, ignorata dai più: non solo quella di una nuova stagione delle lotte operaie ma anche quella di una generazione operaia del tutto nuova, che più tardi doveva essere la protagonista dell’“autunno caldo” del 1969.
di Goffredo Fofi. Scrittore, critico letterario e cinematografico, giornalista. Direttore della rivista Gli asini. Tornato dalla Francia avevo scelto Milano perché mi…
All’interno della concezione del perdono ebraica è possibile individuare tre elementi distintivi: l’obbligo di perdonare è sottoposto al pentimento da parte di chi ha compiuto l’offesa; non tutte le colpe possono essere perdonate; non è possibile perdonare a nome di qualcun altro. D’altro lato chi è stato offeso non deve essere eccessivamente duro.
intervista ad Aldo Cazzullo (a cura di Gian Mario Gillio)
«Raggi e Appendino, due volti giovani, poco conosciuti e freschi, sono apparsi come uno specchio in cui ogni singolo elettore ha potuto riconoscere se stesso». Cazzullo è editorialista e inviato del Corriere delle Sera.
Cazzullo, torinese e da 14 anni residente a Roma, che idea si è fatto dei risultati delle ultime amministrative di due città, Roma e Torino, che le appartengono?
«Al di là dei risultati, ciò che ho trovato un po’ stridente è stata l’esaltazione mediatica dei due personaggi femminili: Raggi e Appendino. Sono state definite da molti come «il nuovo che avanza», e fin qui può andare. Ho trovato invece fuori luogo il paragone fatto con le due prime cittadine di Madrid e Barcellona: Manuela Carmena e Ada Colau. Due donne, queste ultime, con un pregresso importante: Carmena come magistrato e Colau come attivista per i diritti umani. Virginia Raggi e Chiara Appendino fino a prima dell’elezione erano due consigliere comunali che hanno fatto bene il loro lavoro di opposizione e che hanno saputo incarnare la volontà di cambiamento che due grandi città come Roma e Torino stavano cercando».
di Brunetto Salvarani
Per capire qualcosa dell’eccezionalità dell’evento del 22 giugno, parto con una memoria personale: ripenso a quando, fine anni Settanta, con un gruppetto di amici della parrocchia accompagnati dal nostro frate di riferimento, in un viaggio a Ginevra decidemmo di entrare a visitare la chiesa di Giovanni Calvino. Di fronte a tale ipotesi, accadde qualcosa da noi ragazzi del tutto imprevisto: il buon frate sbiancò, si fece muto, entrammo con lui visibilmente imbarazzato, e riprese a parlare solo dopo essere uscito. Guardandoci di traverso, stupito che non capissimo quanto grave fosse ciò che avevamo fatto, e l’avevamo costretto a fare. Negli anni seguenti, avrei raccolto ben altre testimonianze del dileggio sistematico e popolare dei cattolici nei confronti dei valdesi e di altre realtà di matrice protestante, fino agli anni del Vaticano II. Ma todo cambia, e fortunatamente non sempre in peggio. L’ecumenismo, dono di Dio al cristianesimo novecentesco, si è progressivamente fatto strada: troppo lentamente, secondo qualcuno, eppure riuscendo a favorire la creazione di un clima (almeno) di rispetto reciproco fra le Chiese.
Foto: Pietro Romeo/Riforma
di Grado Giovanni Merlo (docente di Storia del cristianesimo all’Università di Milano e presidente della Società internazionale di studi francescani)
L’imminente visita di papa Francesco alla comunità valdese di Torino rappresenta un fatto di enorme rilievo: un rilievo che va ben al di là del dato, per dir così, quantitativo. I valdesi contemporanei sono poche migliaia, sparsi e dispersi nella penisola italiana e nel lontano Uruguay: poche migliaia che però suscitano l’interesse curioso e, talora, ammirato di non pochi cittadini italiani, che da qualche anno a loro destinano una quota significativa dell’8 per mille. Eppure, dei valdesi contemporanei, in generale, si sa molto poco, come dimostrano quasi sempre gli organi di informazione di massa, che ripetono, in modo acritico, la favola della loro discendenza da «Pietro Valdo, ricco mercante di Lione». I valdesi contemporanei sarebbero, perciò, i “discendenti” degli “eretici medievali”, nascostisi nelle marginali valli delle Alpi occidentali per sfuggire alla repressione ecclesiastica e così sopravvissuti fino ai giorni nostri. L’attrazione mediatica dell’eventuale titolo giornalistico “Francesco incontra Pietro Valdo” diviene irresistibile: papa Bergoglio riproporrebbe la mitica figura di san Francesco d’Assisi e i valdesi si rinnoverebbero, a modo di sineddoche o di metonimia, nell’altrettanto mitica figura di Valdo.