Molti osservatori, temendo uno tsunami euroscettico, hanno dato un sospiro di sollievo dopo i risultati delle elezioni. Tra i Paesi fondatori dell’Ue, l’Italia è il solo dove vince ed è al potere una maggioranza assoluta sovranista, con conseguenze negative sulla sua influenza. Nessuno dei suoi partiti sarà nei principali gruppi politici del Parlamento.
Ue
Il 18 giugno 1989 fu indetto un referendum di indirizzo per sondare la volontà popolare in merito al conferimento o meno di un ipotetico mandato costituente al Parlamento europeo. Tale referendum, il cui esito fu tradito, fu ispirato da Altiero Spinelli. Oggi bisognerebbe rivitalizzare quella risposta popolare attraverso un Semestre costituente.
Il decreto su “sicurezza e immigrazione”, a lungo annunciato e finalmente approvato dal Consiglio dei ministri a fine settembre ha come principale obiettivo la restrizione del diritto di asilo. A tale scopo, abolisce nella sostanza la protezione umanitaria, ossia la formula più utilizzata: nel 2018 il 28% delle richieste di asilo presentate sono state accolte con questa veste legale.
di Mostafa El Ayoubi (caporedattore di Confronti)
Un plebiscito voluto da Erdogan per rafforzare i suoi poteri, mettere l’opposizione alle corde e governare altri dodici anni.
di Marco Mazzoli (professore di Politica economica, Università di Genova)
A sessant’anni dai trattati di Roma, si continua a discutere del “deficit democratico” dell’Unione europea, che purtroppo non è ancora riuscita a mettere in pratica il modello classico di democrazia: un governo federale democraticamente eletto che risponde del proprio operato a un’opinione pubblica europea.
di Biagio de Giovanni (filosofo, già parlamentare europeo e professore emerito di Filosofia politica all’Università Orientale di Napoli)
Molti i problemi che si trova di fronte l’unione: la Brexit, i muri e le rivendicazioni nazionali, la perdita di consenso nell’opinione pubblica, l’euro, l’immigrazione.
intervista a Gianfranco Pasquino (a cura di Adriano Gizzi)
Proseguiamo il nostro ciclo di riflessioni sull’Europa a sessant’anni dai trattati di Roma incontrando Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza Politica dell’Università di Bologna, che al sogno europeo e alle sue difficoltà ha dedicato il suo ultimo lavoro, “L’Europa in trenta lezioni”.
di Biagio de Giovanni (filosofo, già parlamentare europeo e professore emerito di Filosofia politica all’Università Orientale di Napoli)
Dopo il referendum e la formazione del nuovo governo, l’Italia mostra ancora un quadro politico di grande incertezza.
di Monica Di Sisto (vicepresidente dell’associazione Fairwatch, tra i portavoce della Campagna Stop Ttip Italia – www.stopttip-italia.net)
Proseguono in segreto i negoziati del Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti per la creazione della più grande area di libero scambio al mondo (44% del commercio mondiale). Le conseguenze per l’Occidente e per i Paesi in via di sviluppo.
6,5 miliardi: sono tutti gli abitanti del pianeta che, non essendo cittadini degli Stati Uniti né dell’Europa, in teoria potrebbero volersi disinteressare del negoziato transatlantico di liberalizzazione di commercio e servizi in corso, quasi in segreto, dal 2013: il Ttip. In realtà, se le trattative arrivassero in fondo, creerebbero la più grande area di libero scambio interregionale al mondo, pari al 47% del Pil mondiale e al 44% del commercio mondiale, cosa che avrebbe implicazioni molto profonde non soltanto per le due sponde dell’Atlantico. Il 75% circa della facilitazione degli scambi tra i due blocchi, infatti, arriverà dalla rimozione delle attuali “barriere” che rendono gli scambi più complessi di quanto non vorrebbero le grandi imprese che operano attualmente su questa scala.
di Felice Mill Colorni
Non si tratta soltanto del Regno Unito, che forse è sul punto di non esserlo più. E non si tratta soltanto dell’Unione europea, che forse è destinata a non esserlo mai.
- 1
- 2