di Michele Lipori. Redazione Confronti. Il 17 febbraio viene celebrata la Festa della libertà religiosa in ricordo del fatto che, proprio in…
valdesi
di Matteo Pierro, autore del libro “Fra martirio e resistenza: La persecuzione nazista e fascista dei testimoni di Geova” (Lariologo, 2002) Chi…
Libertà – parola magica e potente, che ammalia i cuori, avvince le coscienze e solleva i popoli; parola rivoluzionaria per eccellenza: tutte le grandi rivoluzioni della storia umana sono avvenute nel suo nome; parola amata come poche altre.
di Bruna Peyrot. Studiosa di storia orale, specializzata in ricerche su memoria e identità protestante Fino al 3 novembre presso la Galleria…
Abbiamo intervistato il pastore valdese Eugenio Bernardini, nel suo ultimo anno del suo mandato da moderatore della Tavola valdese. Riflessioni sul ruolo, oggi, di una Chiesa di minoranza che gode di un forte riconoscimento nell’opinione pubblica italiana e – pur consapevole delle proprie fragilità e limiti – si adopera per le libertà di tutti.
di Nicola Pedrazzi
Tra le rotonde ricorrenze che il 2017 offre alla nostra memoria – 500 anni di Riforma protestante, 100 anni di Rivoluzione d’ottobre – ci sono senza dubbio i 60 anni dei Trattati di Roma, siglati nell’Urbe il 25 marzo 1957 dai governi di Italia, Francia, Germania Ovest, Belgio, Olanda e Lussemburgo.
Appello delle Chiese Protestanti di Milano
Noi rappresentanti delle Chiese evangeliche di Milano – valdese, metodista, battista, luterana – esprimiamo viva preoccupazione per alcune affermazioni e i toni di certe battute della campagna elettorale in materia di libertà religiosa e di culto.
Ci rammarica che questo tema di primaria importanza civica e costituzionale sia spesso affrontato con superficialità e leggerezza, invocando inammissibili restrizioni soprattutto nei confronti della comunità islamica ma, più in generale, delle minoranze religiose presenti a Milano.
Noi evangelici denunciamo quel pregiudizio che condanna l’islam come religione violenta e aggressiva e misconosce il radicamento e l’integrazione di migliaia di musulmani che partecipano lealmente alla vita democratica della nostra città e del Paese.
di don Cristiano Bettega (direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso)
Quanto fu lungimirante quel fatto storico del 1848, quando il 17febbraio si inaugurò una stagione di riconoscimento dei diritti civili ai valdesi e agli ebrei, nell’allora Regno Sabaudo, tramite le leggi patenti di re Carlo Alberto! Un momento frutto di una lunga preparazione; e da un passato fatto di sofferenze per le discriminazioni e le persecuzioni subite. Oggi questa data ci ricorda delle libertà come un importante risultato storico ottenuto, e delle discriminazioni a sfondo religioso, che si ripresentano, purtroppo, anche ai nostri giorni.
In questo senso, far memoria per come lo vogliamo proporre qui significa saper guardare la storia, con attenzione, chiedendosi: a che punto siamo oggi per quel che riguarda la libertà religiosa? La viviamo realmente? E la desideriamo, la riconosciamo come un fattore imprescindibile anche da una testimonianza cristiana nella società?
di don Cristiano Bettega (responsabile dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso della Conferenza episcopale italiana)
«Era ora!». Quante volte, di fronte a gesti attesi, desiderati, preparati e richiesti magari da molto tempo, abbiamo esclamato che «era ora» che quel gesto avvenisse, che quella parola fosse pronunciata, che quegli occhi si incontrassero e quelle mani si stringessero? A Torino, la mattina del 22 giugno scorso, nessuno – almeno al microfono – ha detto che era ora; tutti però lo abbiamo sentito pronunciare dal cuore, tutti lo abbiamo letto sul volto del vicino, tutti siamo usciti dal tempio valdese convinti che davvero era ora che quella soglia fosse finalmente varcata.
Un particolare degno di sottolineatura, a mio avviso, e neanche poi tanto secondario, è il fatto che in quell’oretta siamo riusciti tutti a imparare qualcosa, se soltanto ne abbiamo avuto la volontà. Le testate di quei giorni si sono prodigate – e giustamente! – nell’affermare che dopo otto secoli era la prima volta che un papa entrava in una chiesa valdese, che l’avvenimento era di quelli che segnano la storia, che le attese erano tante e giustificate. Tutto vero.
Franco Giampiccoli è scomparso questa mattina, 9 luglio, a Torre Pellice, a 80 anni. Pastore valdese, nato a Milano nel 1934, ha servito con passione la chiesa. Come pastore (a Perrero, Vallecrosia, Roma, Torino, Palermo), come direttore del centro ecumenico di Agape, come direttore del settimanale l’Eco delle valli valdesi – La luce (che divenne poi Riforma) e come moderatore della Tavola valdese. Incarichi importanti per i quali esprimeva riconoscenza. Scrittore appassionato, ci lascia i suoi importanti lavori e i molti articoli e libri scritti in tanti anni. Negli ultimi tempi si era dedicato a biografie di importanti personaggi della storia del protestantesimo, da Charles Beckwith a Henri Dunant. La sua testimonianza è stata un insegnamento importante per molti. La redazione di Confronti lo ricorda con stima e affetto.
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