L’incontro, a Bari, di vescovi dei paesi rivieraschi del Mare nostrum per contribuire a favorire dialogo e riconciliazione nella regione. Il discorso del papa contro “lo scontro di civiltà”. E l’appello per la Siria.
vescovi
di Luigi Sandri
L’Assemblea che in ottobre (4-25) ha riflettuto sulla famiglia ha raggiunto alcune conclusioni aperte al futuro ma, su molti temi che hanno visto i «padri» divisi, ha confermato visioni pastorali arcaiche, respinte da molti cattolici. Il chiaroscuro del Sinodo accelera perciò la necessità di un nuovo e rappresentativo Concilio.
Sarà il tempo a dire se le conclusioni del Sinodo dei vescovi dedicato alla famiglia avranno portato pace e chiarezza all’interno della Chiesa cattolica romana, o se l’audacia su alcuni temi, la reticenza e le contraddizioni su altri, e l’armistizio su altri ancora – come la non esplicita ammissione alla comunione delle persone divorziate e risposate civilmente – riaprirà contrasti dottrinalmente irrisolti e dibattiti laceranti su problemi pastorali assai sentiti dalle persone direttamente interessate e dagli stessi parroci chiamati a «discernere caso per caso». E perciò papa Francesco, da una parte rinfrancato per alcuni «consigli» incoraggianti giuntigli da un’Assemblea consultiva che sembra aver compreso il suo leit-motiv sulla misericordia, ma anche reso pensoso per altri pesanti «no» o «ni», nella sua esortazione apostolica post-sinodale dovrà trovare una sintesi, aperta al futuro, tra le strade nuove imboccate e i problemi semplicemente rinviati e le parole attese ma non dette.
di Luigi Sandri
L’Assemblea del Sinodo dei vescovi dedicata alla famiglia, su input di Francesco, ha affrontato con ardimento anche i problemi più acuti, come la comunione ai divorziati e l’accettazione delle unioni omosessuali. E, su questi temi, si è divisa. Le decisioni sono rinviate al 2015. Ma, forse, infine sarà necessario un nuovo Concilio. Da Sinodo a Sinodo, con l’intermezzo di un anno durante il quale potrebbero sfiorire o, grazie al «popolo di Dio», venire a piena maturazione incisive riforme sulla pastorale della famiglia. Questa, ci sembra, la singolare situazione venuta a crearsi dopo l’Assemblea straordinaria del Sinodo dei vescovi che dal 5 al 19 ottobre ha riflettuto su «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». Infatti, con una inedita e appassionante stagione di dialogo, per dodici mesi la Chiesa cattolica romana nella sua globalità – con le 114 Conferenze episcopali e le diocesi e l’atteso coinvolgimento delle varie comunità, parrocchiali o meno, e di tutta la gente che voglia parteciparvi – potrebbe approfondire la Relatio Synodi, così che l’Assemblea ordinaria del Sinodo del 2015, anch’essa consultiva, e anch’essa dedicata alla famiglia, possa offrire a papa Francesco le sue proposte sul tema affrontato.
(vignetta di don Giovanni Berti – www.gioba.it)
di Brunetto Salvarani
Tra poche settimane, dal 5 al 19 ottobre 2014, si terrà un’Assemblea generale straordinaria del Sinodo cattolico dei vescovi sul tema «Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione». Banco di prova per nulla secondario per la volontà riformatrice di papa Francesco, e per la sua idea di «decentralizzazione» (come l’ha chiamata nell’esortazione Evangelii gaudium), l’evento rappresenterà anche l’occasione per fare il punto su un argomento – quello della famiglia, appunto – che si presenta oggi delicato quanto pochi altri, ma anche impossibile da trascurare per (tutte) le religioni, nel quadro di un pianeta sempre più globalizzato. Tanto più in un momento storico in cui, come teorizza il sociologo Zygmunt Bauman, si assiste all’evidente tramonto dei legami affettivi duraturi e stabili, e anche l’istituto familiare si trova esposto alle contraddizioni di una società ormai liquida. A suo parere, fondamentalmente, e appare difficile dargli torto, abbiamo perso la capacità di guardare lontano, e si pensa a vivere solo nell’immediato. Una «miopia» che porta a pensare esclusivamente all’oggi, al massimo a domani, ma non oltre; tutto viene sacrificato all’utilità del momento.