intervista ad Aldo Cazzullo (a cura di Gian Mario Gillio)
«Raggi e Appendino, due volti giovani, poco conosciuti e freschi, sono apparsi come uno specchio in cui ogni singolo elettore ha potuto riconoscere se stesso». Cazzullo è editorialista e inviato del Corriere delle Sera.
Cazzullo, torinese e da 14 anni residente a Roma, che idea si è fatto dei risultati delle ultime amministrative di due città, Roma e Torino, che le appartengono?
«Al di là dei risultati, ciò che ho trovato un po’ stridente è stata l’esaltazione mediatica dei due personaggi femminili: Raggi e Appendino. Sono state definite da molti come «il nuovo che avanza», e fin qui può andare. Ho trovato invece fuori luogo il paragone fatto con le due prime cittadine di Madrid e Barcellona: Manuela Carmena e Ada Colau. Due donne, queste ultime, con un pregresso importante: Carmena come magistrato e Colau come attivista per i diritti umani. Virginia Raggi e Chiara Appendino fino a prima dell’elezione erano due consigliere comunali che hanno fatto bene il loro lavoro di opposizione e che hanno saputo incarnare la volontà di cambiamento che due grandi città come Roma e Torino stavano cercando».
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