di Karima Moual (scrittrice e giornalista)
Svelatevi! Sì, è il caso di utilizzare proprio questo termine per voi musulmani che non fate notizia, che non avete aperte le porte dei talk show, degli spazi di discussione sociale e anche della politica. Siete fuori da ogni partecipazione solo perché non fate dell’Islam la vostra unica bandiera.
media
di Valerio Gigante
(tratto da: Adista Segni Nuovi n° 23 del 25/06/2016)
Per la prima volta le riviste che si occupano di informazione religiosa si sono incontrate, il 7 giugno scorso, per discutere della crisi che ne sta oggi minacciando l’esistenza stessa, dentro la più generale questione della crisi dell’editoria in Italia.
La Giornata di riflessione sullo stato di salute delle riviste che si occupano di religioni promossa dal Centro Internazionale di Studi sul Religioso Contemporaneo/CISRECO, sostenuta e ospitata dal Comune di Peccioli il 7 giugno scorso, si è trasformata in un simposio di grande afflato civile fra un nutrito, appassionato e ispirato manipolo di giornalisti e studiosi che da anni lavorano sui mezzi di informazione e/o studiano a fondo le mille sfaccettature del religioso nel mondo contemporaneo globalizzato.
“Illuminare le periferie del mondo”. Una rete per accendere le realtà oscurate
Roma 18 dicembre 2015, ore 15, Federazione nazionale della stampa italiana
corso Vittorio Emanuele II, 349 (Roma)
In concomitanza con la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, la sala “Walter Tobagi” della Fnsi ospita la presentazione del sito www.illuminareleperiferie.it, lo strumento scelto dalla rete delle associazioni che aderiscono al progetto “Illuminare le periferie del mondo” per dare luce e voce alle storie troppo spesso ignorate dall’informazione mainstream.
Il sito sarà il luogo dove descrivere la geografia degli oscuramenti, dove riflettere su nuovi modelli di società e di informazione e dove dare ai fatti, alle realtà, alle campagne e ai temi trascurati dei media generalisti la visibilità che meritano. Sarà dunque il contenitore delle iniziative promosse dalle associazioni che aderiscono al progetto; un progetto che si alimenterà del lavoro sul campo di ognuna delle organizzazioni promotrici.
di Vincenzo Vita
(già senatore del Partito democratico, nell’ultima legislatura Vita ha fatto parte della commissione di vigilanza Rai e si occupa da sempre di comunicazione e internet)
Il progetto di riforma radiotelevisiva di Renzi è una vera e propria controriforma: un passo indietro di quarant’anni, a prima della legge del 1975 che riformò davvero la Rai. Poi la ricerca del pluralismo degenerò nella lottizzazione, ma l’attuale progetto non affronta questo problema. Si vorrebbe una Rai sotto l’egida del «Partito della Nazione».
«Verrà un giorno…», diceva ne I promessi sposi Fra Cristoforo. E chissà se verrà mai un giorno in cui la questione della Rai assurgerà al rango di grande vicenda industriale, tecnologica e culturale. Già, perché – come sottolineò lucidamente Raymond Williams nel 1974 – la (radio)televisione è tecnologia e forma culturale. Tuttavia, speranze e profezie non trovano spazio nella concreta discussione in corso. Il disegno del governo Renzi è molto, molto di meno. Per riprendere la «leggerezza» di Calvino, si tratta di «sottrarre peso» ad annunci e descrizioni, separando la sostanza dall’accidente: il poco che rimane è limitato e terribile. Il baricentro del testo è di fatto uno solo: la conquista da parte dell’esecutivo della romana cittadella di viale Mazzini. Una vera e propria controriforma. Un grottesco (oltre che pericoloso) viaggio a ritroso nel tempo: si spostano indietro i calendari di quarant’anni.
Oggi alle 18 tutti a piazza Farnese in solidarietà con le vittime e a difesa della libertà di espressione e di informazione
Oggi 8 gennaio alle ore 18, a Roma, fiaccolata di solidarietà per le vittime dell’attentato terroristico nella redazione di Charlie Hebdo e a difesa della libertà di espressione e di informazione in Francia, in Europa ed ovunque nel mondo. L’appuntamento è in piazza Farnese, davanti alla sede dell’Ambasciata di Francia. A promuovere l’iniziativa sono, tra gli altri: Federazione Nazionale Stampa Italiana, Ordine nazionale dei giornalisti, Articolo21, Associazione Stampa Estera, Associazione stampa romana, Usigrai, Cgil, Cisl, Arci, Acli, Amnesty Italia, Se Non Ora Quando, GiULiA Giornaliste, European Alternatives, Libera informazione, Tavola della pace, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani, Rete della Perugia-Assisi, Comitato Romano di Solidarietà con il Popolo Siriano, Redazione del portale dell’ebraismo italiano www.moked.it e di Pagine Ebraiche, Unione Italiana Sport Per tutti (Uisp), Ossigeno per l’Informazione, Unione degli Universitari, Rete degli Studenti medi, Ordine dei giornalisti del Lazio, Rivista Confronti, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (Fcei), Giornale Radio Sociale, Forum nazionale del Terzo Settore.
L’Iniziativa cittadina europea è un nuovo strumento di democrazia partecipativa che permette ad un milione di cittadini della Ue di presentare proposte legislative direttamente alla Commissione europea. De Zulueta è la portavoce italiana dell’Iniziativa per il diritto ad un’informazione indipendente e pluralista. C’è un diritto al quale teniamo tutti, ma che noi europei tendiamo a dare per scontatto: il diritto ad essere (bene) informati. E tanto più in tempi di crisi, quando il potere di chi in Europa e nei nostri governi decide per noi sembra più che mai lontano. Questo diritto, il diritto di sapere, si sta assottigliando.
Si terrà a Pomezia (Roma) dal 27 al 29 settembre il Convegno nazionale «Credi alla radio» promosso dal Coordinamento radio evangeliche italiane (Crei). Il programma prevede una serie di laboratori, tavole rotonde, lezioni magistrali.
«L’Informazione da Gutenberg a Zuckerberg, l’etere e le nuove tecnologie» è il tema dell’intervento di apertura del convegno, a cura del giornalista Vincenzo Vita. Gli altri contributi in plenaria saranno su «L’informazione cristiana in Europa e l’impegno per i diritti umani» (Gaëlle Courtens, membro del direttivo della regione europea dell’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana – Wacc), su «La voce, strumento per comunicare le parole» (Piero Bernacchi, annunciatore televisivo e radiofonico) e sulle «Normative sulle radio-comunicazioni» (Daniele Benini, Unione avventista). I gruppi di lavoro verteranno su: la predicazione alla radio; le nuove tecnologie per la comunicazione; l’intervista radiofonica; la conduzione di un programma; comunicare la radio con il podcast.
Si fanno più pesanti i conflitti di interesse, le concentrazioni nei media e nel settore della pubblicità, che portano omologazione e conformismo. Non è solo un problema italiano. Dall’Ungheria alla Spagna e alla Gran Bretagna segnata dallo strapotere del gruppo Murdoch, l’erosione del diritto a un’informazione indipendente, libera e plurale rappresenta una minaccia al pieno esercizio della cittadinanza europea. Vi è un diritto da riaffermare, partendo dal basso, dai cittadini per rendere più forte la democrazia.
Oggi è possibile, grazie all’Iniziativa cittadina europea per il pluralismo dei media (Icepm) presentata nella sede della Fnsi dalla coordinatrice per l’Italia, Tana De Zulueta, e dal segretario di Federstampa Franco Siddi. Parte, infatti, la raccolta di firme per lanciare una proposta di legge che potrà essere presentata direttamente alla Commissione europea se sottoscritta da un milione di cittadini in almeno sette Stati dell’Unione.
Quando parlano di Chiesa e di questioni religiose con risvolti sulle leggi civili, i tg della Rai e di Mediaset danno voce,…
- 1
- 2