Intervista a Michele Santoro
«Dal 2002 ad oggi la situazione è molto diversa. È vero che abbiamo mille canali per poter veicolare un pensiero alternativo, ma l’editto bulgaro è ancora in vigore, non è mai stato rimosso dalla scena dell’informazione e continua a produrre danni pesanti». Così Michele Santoro spiega – in un’intervista raccolta da Stefano Corradino per Articolo 21 – i contenuti della giornata del 25 marzo a Bologna, sciopero bianco per la difesa della libertà di stampa. «Spero che questa giornata serva anche a coloro che oggi ci attaccano».
«Lo spettacolo che Michele Santoro sta organizzando per giovedì a Bologna è l’ultima dimostrazione che esiste il massimo della libertà». Lo ha affermato Berlusconi in conferenza stampa a Bologna
È vero, dal nostro punto di vista esiste il massimo della libertà, perché noi siamo persone molto libere. È Berlusconi che non si è ancora liberato, e il problema è quindi quello di coinvolgere anche lui in un processo di liberazione; ma se leggiamo le intercettazioni di Trani, ad oggi onestamente mi sembra molto complicato…
A che punto è la raccolta di adesioni e fondi per l’attesa serata?
Procede in maniera entusiasmante! Domani saremo in grado di chiudere la sottoscrizione e sicuramente raggiungeremo gli obiettivi prefissati per coprire l’evento.
Otto anni fa il famoso editto bulgaro. Cos’è cambiato da allora?
La situazione è molto diversa, tuttavia l’editto è ancora in vigore e non è mai stato rimosso dalla scena dell’informazione. In ogni caso oggi esistono varie possibilità in più, mille canali per poter veicolare un pensiero alternativo.
Significa prendere atto delle scelte Rai e andare oltre?
Tutt’altro. Il terreno della Rai e del servizio pubblico non va affatto abbandonato e soprattutto non va lasciato nelle mani del presidente del Consiglio. Quindi dobbiamo continuare a batterci con determinazione ancora maggiore ma, nel fare questa scelta, sappiamo di poter contare su una situazione diversa e su strumenti in più per farci sentire.
La tua idea di una puntata televisiva in piazza creerà dei precedenti?
Ne sono sicuro, è una scelta storica e quindi spianerà una strada, sarà un buco dentro il filo spinato che circonda oggi l’informazione italiana. L’immagine del filo spinato è quella di un grande maestro di giornalismo come Sergio Zavoli e mi sembra quella che meglio di altre rappresenta la situazione attuale.
Che obiettivo vi siete dati per questo evento?
Quello delle 50mila persone, ma penso che sarà superato. Abbiamo riempito tutti i posti disponibili del Paladozza di Bologna dopo appena tre ore di distribuzione dei biglietti. Nel frattempo il popolo viola sta lavorando, su sua iniziativa, a una manifestazione nella piazza antistante con un maxischermo per raccontare ciò che accade all’interno. Ciò che chiediamo è che, dovunque sia possibile, si organizzino anche piccolissimi gruppi di ascolto.
Finite le elezioni cosa succederà? Tornerete in onda come se nulla fosse successo?
Continueremo il nostro viaggio e ciò che ha fatto di noi il primo programma di informazione nel nostro paese. E resteremo al nostro posto. Del resto, anche la giornata del 25 è un modo per restare al nostro posto.
L’hai paragonata alle iniziative che prendevano i braccianti ai tempi di Di Vittorio…
Loro facevano sciopero lavorando. Noi, a nostra volta, sciopereremo lavorando per poter tornare a lavorare liberamente. Mi auguro che da questa iniziativa tutti escano migliori, compresi quelli che oggi ci attaccano e che potrebbero per un attimo concepire una realtà più complessa di quella limitata che riescono a vedere ora. Una realtà in cui c’è posto per tutti e dove tutti possono esprimere le proprie idee.
intervista rilasciata a Stefano Corradino per il sito Articolo 21
(corradino@articolo21.info)