di Amelia Vescovi
Ospiti internazionali al convegno «Le donne, un filo che unisce mondi e culture diverse», organizzato a Roma dall’Associazione Telefono Rosa, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne del 25 novembre. Tra i partecipanti, Ozlem Tanrikulu, componente della Commissione degli Affari Esteri del Knk (Congresso nazionale del Kurdistan) e presidente dell’Ufficio di informazione sul Kurdistan in Italia, che ha parlato al pubblico di studenti delle scuole superiori del sistema di auto-organizzazione delle donne curde nella regione di Rojava, divisa nei cantoni di Kobane, Efrin e Cizre, dove si sono create unità di difesa in cui uomini e donne vivono e combattono in un regime di democrazia pura, oltre ogni forma di patriarcato o matriarcato.
Qui sono nate le Accademie delle donne, dove si è insegnanti ed allieve allo stesso tempo, con l’obiettivo comune di rintracciare la propria identità e i propri bisogni. E qui sono state aperte le Case delle donne, per la prevenzione della violenza di genere, fisica, economica, psicologica. Insieme agli uomini, le donne di Rojava hanno aiutato i civili a fuggire in sicurezza durante gli attacchi ai centri abitati, ed hanno allestito campi per i profughi su modello della loro comunità.
Donne
di Elio Rindone
In occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si terrà presso il teatro Antigone di via Vespucci 42 (Testaccio) un incontro sull’omonima tragedia di Sofocle, a cura delle Biblioteche di Roma, l’Ambasciata di Grecia, il Municipio I Roma Centro.
La vicenda di Antigone, una giovane donna su cui si abbatte la violenza del potere maschile, può essere considerata paradigmatica della condizione di subordinazione di tante donne che anche oggi, sia all’interno della famiglia che nel più vasto ambito della società, soggiacciono all’arbitrio degli uomini. I vari interventi previsti nel programma della manifestazione affronteranno le diverse sfaccettature della tragedia, le cui tematiche, che non si esauriscono certo nel contrasto uomo-donna, sono estremamente attuali: limiti del potere, forza vincolante della legge umana, suo rapporto con quella divina.
di Adam Smulevich (tratto da Moked, il portale dell’ebraismo italiano)
La relazione è prima di tutto esperienza concreta. Fatta di saluti, incontri, difficoltà da superare assieme. Questo lo spirito con cui donne di diverse estrazioni culturali e religiose si sono riunite ieri (3 settembre) presso la comunità islamica di Firenze per una riflessione, informale e a più voci, sul tema. Un evento tra i più carichi di significato nel percorso che porterà all’avvio delle celebrazioni per la Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica. “Era importante esserci, anche alla luce del luogo particolare in cui ci troviamo. Un’esperienza da non mancare” sottolinea la presidente della Comunità ebraica Sara Cividalli, il cui intervento si è focalizzato sull’esigenza di superare le barriere e rafforzare i linguaggi e i codici comuni.
“Pensando a questo incontro – le sue parole – ci siamo chieste se siamo ponti all’interno della nostra Comunità. È una sfida, ma è anche una necessità. Questo percorso è una necessità. Se aderenti a se stesse, centrate, noi donne siamo anche capaci di usare consapevolmente e interpretare il linguaggio maschile, oltre al nostro simbolico linguaggio femminile. Le donne sono bilingui. Dobbiamo esserne coscienti”. Viva cordialità ha segnato il confronto tra esperienze di vita differenti. A fare gli onori di casa Sanaa’a, esponente del direttivo islamico locale che molto si è spesa in questi anni nel dialogo con il mondo ebraico. “Salutiamoci, sorridiamoci, chiediamoci chi siamo, ascoltiamo i bisogni dell’altro, cerchiamo di essere presenti”. Questa, per Sanaa’a, la strada verso una più piena e reciproca comprensione.
di M. Iannucci «Gender Jihad. Storia, testi e interpretazioni nei femminismi musulmani» di Marisa Iannucci Il Ponte vecchio 200 pagine, 13 euro…
di G. Dall’Ara FisabiliLlah. Donne in cammino. Scelte e percorsi di vita islamica di Giancarlo Dall’Ara Edizioni Il Pontevecchio, Cesena 2013 112…
Lunedì 13 ottobre 2014, ore 9.30
sala del refettorio – Palazzo S. Macuto
via del Seminario 76, Roma
Martedì 14 ottobre 2014, ore 9.30
Istituto Luigi Sturzo – Palazzo Baldassini
via delle Coppelle 35, Roma
Lunedì 13 ottobre e martedì 14 ottobre, presso la sala del refettorio di Palazzo S. Macuto e l’istituto Luigi Sturzo, si svolgerà la conferenza “Il sinodo delle donne. Le nuove famiglie”. All’evento, che ha il patrocinio della Sapienza, contribuiscono docenti e studiose dell’Ateneo.
Nel corso della conferenza donne laiche, di fede e di scienza teologica, a pochi giorni dal Sinodo cattolico dei vescovi sulla famiglia, si confronteranno su come le relazioni tra esseri umani si concretizzano nelle diverse culture, nelle più varie forme di famiglia.
di Valeria Fraschetti
I corpi, violati e senza vita, di due giovani che pendono da un albero di mango. È l’immagine che settimane fa ha fatto il giro del mondo destando un’ondata d’indignazione e che resterà nella Storia come una delle più eloquenti testimonianze dei pericoli che insidiano le vite delle donne dell’India. Eppure, il pervasivo fenomeno degli stupri è purtroppo solo un tassello di un complesso e variegato mosaico di fotogrammi altrettanto drammatici, ma ancora spesso sottaciuti, sulla condizione femminile indiana. Dei tanti paesi dove le vite delle donne sono una gimcana tra abusi e soprusi, l’India è uno dei pochi dove queste possono vedersi negato persino il diritto alla nascita. Mentre la marcia economica del paese avanza, la classa media s’ingrossa e le tv entrano persino negli slum, l’atavica preferenza per i figli maschi resiste. Incredibilmente. Una bimba viene ancora percepita da molte famiglie come una zavorra economica e sociale. Tanto vale disfarsene: la pensavano così cent’anni fa come oggi. Con la differenza che ora esistono tecnologie a basso costo – vietate per legge, ma di fatto accessibili – per scoprire il sesso di un feto.
di Anna Maria Marlia – La discussione avvenuta in questi giorni alla Camera è stata utile, perché ha messo in piena luce un atteggiamento ostile, motivato dal timore di parte degli uomini di perdere i propri vantaggi, e da un persistente rifiuto di riconoscere una sostanziale parità di genere tra donne e uomini.
Non pensiamo che si possa costruire una coscienza di genere semplicemente sostenendo la pari presenza numerica nelle liste elettorali. Tuttavia la presenza di un alto numero di donne in Parlamento viene a indicare il riconoscimento di una crescita civile, di responsabilità, di esperienza da parte delle donne; di una loro specifica capacità di proporre cambiamenti e innovazioni relative alla vita della donne, al miglioramento delle condizioni di vita in ambito lavorativo e sociale in genere.
«Le ribelli di Dio», di Adriana Valerio Feltrinelli, 2014, 176 pagine, 19 euro recensione a cura di Giancarla Codrignani Nel libro «Le…