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Il continente africano: scenari di un vicino futuro

by redazione

di Simone G. Uggeri (Mediterranean Hope)

Il 28 settembre si è tenuto a Roma, presso la Biblioteca del Senato della Repubblica “Giovanni Spadolini”, il convegno dal titolo “Il continente africano: scenari di un vicino futuro”.

Il convegno si apre con un’analisi statistica quantitativa delle “luci ed ombre” della crescita economica africana. Spesso, testate internazionali come l’Economist hanno sottolineato l’impressionante sviluppo del continente nero, quando in realtà, come evidenziato dal primo relatore Marco Zupi, analista del CeSPI – Centro Studi Politica Internazionale, si tratta di guizzi finanziari non prolungati nel tempo, di durata poco meno che decennale. Inoltre, nella suddivisione dell’Africa in quattro macro aree cardinali, è chiaro come il continente cresca con velocità eterogenee in settori diversi. Nell’individuazione di potenziali settori su cui investire a livello comunitario europeo, Zupi rileva una cintura di sviluppo turistico con origine in Marocco verso l’Egitto, costeggiando il litorale mediterraneo, per poi seguire la costa Est fino alla Tanzania.

Il secondo intervento tecnico è a cura di Massimo Livi Bacci, professore di demografia all’Università di Firenze e senatore del Partito democratico, il quale mostra come l’ondata di crescita demografica africana possa presentare un rischio per l’Italia e per l’Unione europea intera, qualora gli attori del Vecchio Continente non si adopereranno presto per pianificare la creazione di economie stabili e di sistemi politici alleati.

Una volta mostrate le problematiche e le sfide in campo, il viceministro degli Esteri Mario Giro presenta la prospettiva del Governo sull’Africa. Le possibilità d’intervento sono molteplici: investire sull’agro-alimentare, sulle energie rinnovabili o sulle grandi infrastrutture, attraverso la grande industria o le piccole-medie imprese (PMI), opzione allo stesso tempo complessa e gregaria alla politica economica italiana. Giro ritiene che un accordo tra Africa ed Unione europea sia necessario, recuperando i vecchi accordi di Cotonou e ricalibrandoli sull’accordo NAFTA tra Canada, Messico e Stati Uniti d’America. In ogni caso, il Governo ha interesse a perdere l’approccio paternalistico e colonialista verso i nuovi partner africani.

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