di Patrizia Larese
In Tunisia ed in Giordania, l’estate del 2017 rimarrà un anniversario importante nella storia della difesa dei diritti civili e costituirà una pietra miliare lungo il difficile cammino di impegno e di lotta contro la violenza sulle donne.
Incontro con una donna somala sunnita sulla cinquantina che da circa 26 anni vive in Italia.
Donne
(a cura di Tiziana Bartolini e Paola Ortensi)
Editrice Cooperativa Libera Stampa, 80 pagine
Con la prefazione di Agnese Malatesta e un’intervista alla direttrice Ida Del Grosso
di Marisa Patulli Trythall (Georgetown SUA – Sponsored University Associate – History of American-Vatican Diplomacy)
Pubblichiamo la relazione che l’autrice ha letto a un convegno l’8 marzo scorso a Villa Pietra, a Firenze. Di seguito, la versione originale in inglese.
Il Comitato nazionale della Fdei (Federazione delle donne evangeliche in Italia) ha diramato questo comunicato sullo sciopero dell’8 marzo.
di Alice Corte (redazione di Confronti)
In almeno 40 paesi del mondo l’8 marzo le donne sciopereranno contro la violenza e per la riaffermazione dei propri diritti.
Il contrasto alle Mutilazioni genitali femminili: una sfida che parte dall’educazione
di Alice Corte
200 milioni circa. Sono le donne che hanno subito una mutilazione genitale in tutto il mondo, pratiche quasi sempre volte a privarle del piacere sessuale e che comportano notevoli rischi sul piano della salute, anche nel quotidiano. E proprio oggi, 30 gennaio 2017, inizia a Roma la conferenza “BanFGM”,
di Giancarla Codrignani – tratto da “Noi Donne” di dicembre 2016
Come spiegato dalla direttrice di “Noi Donne” Tiziana Bartolini, il numero di dicembre è stato l’ultimo “cartaceo”. Da quest’anno la storica rivista prosegue solo sul web. Vi proponiamo l’intervento di Giancarla Codrignani.
di Gianna Urizio (giornalista, già presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia, impegnata al Centro antiviolenza “Donna LISA” di Roma)
Il 26 novembre hanno sfilato a Roma centinaia di migliaia di donne e uomini contro la violenza esercitata sulle donne, ma i media quasi non ne hanno parlato.
di Luigi Sandri
Sta facendo molto discutere l’annuncio di papa Francesco della costituzione di una commissione che studi la questione del diaconato femminile. Due pareri a confronto. Querido Francisco, la proposta che hai fatto, il 12 maggio, incontrando ottocento suore della Unione delle superiori generali, provenienti da tutto il mondo, e cioè di istituire una commissione per studiare la questione del diaconato femminile permanente, ha provocato quasi ovunque grande eco. Partiamo, intanto, dalla composizione della commissione: chi ne farà parte? Donne e uomini, immagino; ma scelte e scelti come? Tra chi si è già pubblicamente espresso/a a favore delle tesi più liberal sui ministeri femminili, o tra chi si è espresso/a contro? Ipotizziamo poi che il gruppo, dopo un certo tempo – un anno? due? tre? – infine si limitasse a consegnarti due contrapposti punti di vista (uno liberal e uno a favore di soli cambiamenti di facciata). Stallo completo! Al contrario, se poi arrivasse a proporti ipotesi che scuotono alla radice l’impianto patriarcale e maschilista della Chiesa romana, puoi star certo che i cardinali Leon, Carli, McTimothy, Camilli, Angeli, Von Joachim, e centinaia di vescovi, si ergerebbero per contestare quel responso, negandogli ogni autorità/autorevolezza.
di Brunetto Salvarani (teologo, saggista, direttore di Qol)
Lo scorso 12 maggio, parlando all’Unione Internazionale delle Superiore Generali, a una domanda sulla creazione di figure diaconali al femminile, papa Francesco ha risposto di voler costituire una commissione che studi la questione. Tanto è bastato per rilanciare non solo l’idea di ordinare delle donne in una Chiesa che, com’è noto, non le ammette a divenire presbitere, ma anche per rilanciare un dibattito sul loro ruolo complessivo: lo stesso Bergoglio, nell’occasione, ha ammesso che in ambito ecclesiale «è molto debole l’inserimento delle donne nei processi decisionali».
L’intervento è passato nell’opinione pubblica per il tema donne e diaconato: il che, ha evidenziato la presidentessa del Coordinamento teologhe italiane, Cristina Simonelli, mostra che i tanti rifiuti a discutere l’argomento nel mezzo secolo che ci separa dal Vaticano II non sono per nulla condivisi nella comunità ecclesiale. Non solo dalle donne, consacrate o no, ma anche da molti uomini.