di Luca Attanasio. Giornalista e scrittore
Da anni, il termine più usato per descrivere il contesto, è “balcanizzazione”, il tentativo, cioè, di Stati limitrofi – Ruanda e Uganda su tutti, ma anche Burundi e Tanzania, di prendere possesso di terre e risorse e staccare pezzi sempre più significativi di Congo a Kisìnshasa.
L’oriente, lontano migliaia di km dalla capitale e dagli interessi del governo centrale, tutto preso da una infinità di problemi che lo rendono tra i più instabili al mondo, è preda di Paesi vicini che, ovviamente, puntano al caos preferendo trattare con le centinaia di fazioni in lotta o in molti casi insediarne di proprie, per aumentare la propria sfera di azione e lo share di guadagni. Il tutto con la compiacenza di forze occidentali.
La suggestione forse più emblematica di quanto appena affermato, viene dalla teoria – non del tutto astrusa – secondo cui, dietro l’attentato ad Attanasio, ci sarebbe un tentativo di far precipitare il Congo nel baratro dell’anarchia, messo in azione dalla strana alleanza Kagame (presidente del Ruanda) e il padre padrone della RDC Joseph Kabila (alla guida del Paese dall’uccisione del suo predecessore e padre Laurent Desiree del 2001 fino a tutto il 2018, sebbene il suo mandato fosse scaduto a dicembre del 2016).
L’ex capo di Stato, fino a qualche mese fa alleato nel nuovo governo di Félix Tshisekedi (l’esponente dell’opposizione divenuto presidente grazie a clamorosi brogli dietro i quali, si dice da sempre, ci sarebbe lo stesso Kabila), è stato di recente estromesso dall’esecutivo e sembra aver giurato vendetta.
Una situazione intricatissima difficile da comprendere. Ci aiuta a capire di più padre Gaspare Di Vincenzo, missionario comboniano a Butembo.

Luca Attanasio
Giornalista e scrittore