Le proteste nei campus statunitensi stanno mettendo in evidenza le diverse spaccature della società americana. Una situazione le cui conseguenze potrebbero riverberarsi sulla tornata elettorale di novembre.
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Oltre il dolore, la speranza congiunta di palestinesi e israeliani
Ogni anno, le organizzazioni Combatants For Peace e dal Parents Circle-Families Forum organizzano una cerimonia congiunta israelo-palestinese con l’intento di dare un’opportunità – pressoché unica – per israeliani e palestinesi di piangere insieme ed essere uniti nel chiedere la fine dello spargimento di sangue.
La guerra tra Russia e Ucraina si sta prolungando oltre ogni aspettativa ed è chiaro ormai a tutti che essa non avrà un chiaro vincitore ma ad un certo puntovi sarà un cessate il fuoco e le due comunità ricominceranno a convivere in una situazione ancora più difficile rispetto al passato. Ma come sarà possibile realizzare tale convivenza?
All’indomani dell’approvazione dell’accordo di sostegno all’Ucraina, Ursula Von der Leyen ha dichiarato: «Inizieremo a lavorare alle nostre riforme per prepararci a una Unione di oltre30 Stati membri». Tale apertura aprirebbe a molte criticità, ma se procedesse a ritmo spedito e convinto, l’Ue tornerebbe alla sua missione originaria: quella di essere quell’organizzazione che contribuisce alla costruzione della pace nel Continente.
La guerra tra Russia e Ucraina non è una guerra qualsiasi ma piuttosto una guerra “costituente”. Nel momento in cui un accordo tra Russia e Ucraina apparirà probabile, quindi, tutti i governi razionalmente avranno l’interessea mostrarsi disposti a cooperare. E da questa nuova cooperazione nascerà un nuovo sistema internazionale.
Nella corsa alle presidenziali degli Stati Uniti del 2024 c’è ancora la possibilità che gli elettori e le elettrici vedano Donald Trump contendere per la Casa Bianca. Eppure la rielezione di Trump potrebbe rappresentare la peggiore delle notizie possibili per la pace mondiale.
Esistono temi politico-sociali che sono considerati di chiara competenza delle Chiese, ma la “politicità” del messaggio evangelico è in gioco anche su un altro piano, più profondo. Una carica politica indiretta, dunque, ma fortissima che non a caso le varie dittature del mondo cercano in qualche modo di arginare.
Oltre la fede: la diplomazia della Chiesa nel processo di pace in Nagorno-Karabakh
Da trent’anni Armenia e Azerbaijan si contendono la regione del Nagorno-Karabakh, a maggioranza armena ma situata in territorio azero. Forte del suo ruolo storico di mediatore, la Chiesa tenta di perseguire la via diplomatica alla pace. Tuttavia, il ruolo geostrategico di Russia, Turchia e Stati Uniti resta inevitabile.
Se nella classica impostazione liberale il commercio è inteso come una forza pacificatrice nella relazione tra commercio internazionale e conflitti armati, oggi tale strategia è condivisibile a patto che nelle interlocuzioni i vari Stati rafforzino opportunità e impongano vincoli desiderabili ai Governi.
di Amarilda Dhrami. Giornalista La striscia di Gaza rimane al centro del conflitto israelo-palestinese, e di ripetute guerre tra Israele e Gaza…